ANAFE: TASSAZIONE E-CIG DEL 58,5%, SE CONFERMATA E’ ASSURDITA’

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Roma, 26 giugno 2013

L’Associazione Nazionale Fumo Elettronico annuncia battaglia sulla eventuale tassazione del 58,5% da applicare alla sigaretta elettronica e alle ricariche contenuta nel decreto varato oggi dal Consiglio dei Ministri.

Il Presidente dell’associazione Massimiliano Mancini ha dichiarato che “se confermate le anticipazioni a mezzo stampa, significherebbe che questo Governo non ha minimamente idea di ciò che sta facendo e per rinviare di 3 mesi l’aumento sull’IVA impone una tassazione del 58,5% sulla e-cig e sulle ricariche indipendentemente dalla presenza di nicotina”.

Inoltre, l’associazione contesta la misura del Governo perché sul tema, nonostante le dichiarazioni, non è stata fatta nemmeno una consultazione, che sarebbe stata utile principalmente al Governo per comprendere un settore di cui dimostra di non avere idea del funzionamento. “ANAFE ha realizzato uno studio su una tassazione di scopo proporzionale alla nicotina presente nelle ricariche che verrebbe accompagnata da una regolamentazione complessiva ed equilibrata dell’intero settore, garantendo equità fiscale, risorse per lo Stato, sviluppo occupazionale e sicurezza per i consumatori”.

Il Presidente Mancini, esprimendo la volontà di un settore che ha investito milioni di euro e aperto migliaia di negozi, si dice pronto ad una battaglia in Parlamento “perché una tassazione così elevata è un’assurdità. Tassare un dispositivo, la sigaretta elettronica, che risponde alle medesime normative dei cellulari e le ricariche per e-cig non contenenti nicotina lascia intendere che la tassa non serve a scoraggiare i fumatori ma solo a battere cassa. Pensa forse il Governo di poter finanziare le nuove spese con una tassa sulle e-cig? Non comprende che tale tassazione non può garantire le entrate necessarie, visto che nel 2012 il fatturato complessivo del settore è stato di 350 milioni di euro? Inoltre l’eccesso di tassazione su e-cig e ricariche distruggerà la filiera italiana (un’eccellenza in Europa) in quanto sarà facilmente aggirabile da parte degli operatori stranieri attraverso la vendita online attraverso canali internazionali spesso non tracciabili e di cui non può essere garantita la sicurezza”.

Infine ANAFE dichiara che se una tassazione così alta dovesse essere approvata si andrebbe verso la chiusura di almeno il 60-70% dei punti vendita entro 90 giorni, con una perdita di non meno di 3.000 posti di lavoro e di tutte le tasse e i contributi da questi pagati in termini di IVA, IRPEF, IRES, contributi pensionistici e dazi doganali. “Con una tassazione così congegnata, non accompagnata da una regolamentazione del settore, lo Stato si troverà con entrate assai minori di quanto previsto, facendo saltare la copertura sul provvedimento di rinvio dell’IVA”.

 

SIGARETTA ELETTRONICA: PRODUTTORI, REGOLE E CONTROLLI SUI PRODOTTI SONO FONDAMENTALI

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Roma, 13 giugno 2013

Serve un sistema normativo coerente e controlli stringenti sulle sigarette elettroniche importate dall’estero e commercializzate con minori controlli come su Internet”, questo l’appello dell’associazione dei produttori ANAFE dopo l’indagine del Salvagente che ha svelato la presenza di metalli pesanti e tossici nei liquidi di alcune e-cigarettes. “Qui in Italia – precisa Massimiliano Mancini, presidente ANAFE – lavoriamo con elevati standard di sicurezza, i nostri prodotti sono sicuri e rappresentano l’80% del mercato”.

“Certamente – prosegue Mancini – ci sono anche prodotti importati dall’estero, spesso senza o con scarsi controlli, che costano meno ma che possono presentare dei rischi, per la nostra come per tutte le altre categorie merceologiche. Arrivano da Cina, Polonia, India, Croazia, Russia… Un import selvaggio facilitato dalla mancanza di regole”.

Il Presidente Mancini prosegue invitando i consumatori a scegliere il prodotto cercando i marchi più noti, tracciabili, con tutte le informazioni sull’azienda, piuttosto che rivolgersi a siti web spesso anonimi dietro cui non si sa chi si celi, per risparmiare qualche euro”.

Il Presidente Mancini ritiene infine necessario “che le istituzioni stabiliscano un controllo rigido dei prodotti immessi sul mercato, auspicando però che non si arrivi ad una caccia alle streghe. La sigaretta elettronica costituisce una rivoluzione per i fumatori. Infatti come ha dichiarato il Prof. Tirelli, direttore del dipartimento di oncologia medica dell’Istituto Tumori di Aviano, se si riducesse del 10% il fumo di sigaretta cancerogena e lo si sostituisse con la sigaretta elettronica, si potrebbero avere 3000 morti in meno l’anno e questo solo per i tumori del polmone e in Italia”.

Affinché si possano trovare sul mercato prodotti di qualità, ANAFE è sempre stata d’accordo ad una limitazione alla vendita della sigaretta e dei liquidi ai soli punti vendita autorizzati secondo criteri stabiliti da una legge ad hoc per il settore delle e-cig.

 

Italia Oggi: Sigarette elettroniche, tassa e non accisa

Nessuna contrarietà ad una tassa sulle sigarette elettroniche (e-cig), purché questo non avvenga mediante l’applicazione dell’accisa, come per i tabacchi. Questa la proposta dell’Associazione nazionale fumo elettronico (Anafe), in merito alla possibilità, prevista dal decreto pagamenti, di predisporre una tassa ad hoc sul fumo al vapore. A confermare l’orientamento dell’Associazione, Massimiliano Mancini, presidente Anafe, secondo il quale «per la sigaretta elettronica si può pensare a un sistema di tassazione, ma assoggettarla all’accisa come i tabacchi, consegnando il monopolio della vendita a una categoria da sempre garantita, è inaccettabile». Ad oggi infatti, molti tabaccai vendono già le sigarette elettroniche, quindi secondo a quanto risulta all’ Anafe, se verrà imposta la vendita solo mediante i tabaccai, nei primi 30 giorni successivi a tale decisione saranno circa 1.500 i punti vendita specializzati di sigarette elettroniche, sui circa 3 mila esistenti sul territorio, a dover chiudere, con una ricaduta sia in termini di perdita di posti di lavoro di (circa 4 mila addetti), sia in termini di diminuzione di gettito per l’Erario. A confermare l’importanza che sta assumendo il settore, Anafe riporta le dichiarazioni del Professor Umberto Veronesi, secondo cui «il commercio della sigaretta elettronica, potrà far risparmiare al Servizio sanitario nazionale 600 milioni di euro l’anno».

 

 

TMNews: ANAFE, ammanco di 200 mln imputabile a contrabbando

L’associazione Nazionale Fumo Elettronico (ANAFE) reagisce con “sconcerto” alle dichiarazioni del sottosegretario Alberto Giorgetti e di Marco Causi (PD) in merito alla tassazione sulla sigaretta elettronica. Il Presidente dell’ANAFE  Massimiliano Mancini, afferma: “Il sottosegretario Giorgetti parla di un possibile ammanco nelle casse dello Stato di 1 miliardo. A quanto ci risulta, l’ammanco è di 200 milioni di euro e non è da imputare alla sigaretta elettronica, quanto invece ad un contrabbando esploso a seguito dell’ultimo aumento IVA”. “In merito a tassazione e regolamentazione della vendita dei liquidi con nicotina, la questione è veramente economica o siamo di fronte invece ad una lobby che preme fortemente per far assoggettare la sigaretta elettronica al regime di monopolio con la conseguente applicazione delle relative accise?”. Sulla questione della regolamentazione, l`Associazione Nazionale Fumo Elettronico ha le idee chiare: “la sigaretta elettronica non è un dispositivo medico, né è assimilabile alle sigarette tradizionali. Si può pensare ad un sistema di tassazione, ma assoggettarla all`accisa come i tabacchi è inaccettabile a fronte dei milioni di investimenti e delle migliaia di posti di lavoro creati negli ultimi 18 mesi dal settore”.

 

Corriere.it: Sigarette elettroniche, il boom continua

In aumento i consumatori di e-Cig. I produttori: «Una eventuale tassa non ci spaventa». I dubbi degli esperti

Un milione e mezzo di “svapatori”, circa il 15% dei fumatori italiani. E il fenomeno sembra destinato a crescere. Perché sono tanti quelli che, dopo aver provato la sigaretta elettronica, hanno diminuito il consumo personale di tabacco attraverso il passaggio al nuovo fumo, totale (sostituzione con i pacchetti di bionde) o parziale. «Non prevediamo una riduzione di clienti, l’eventuale tassa ipotizzata dal governo non ci spaventa», afferma Massimiliano Mancini, presidente di Anafe, l’associazione che rappresenta i produttori di questi piccoli e popolarissimi strumenti che hanno rivoluzionato il concetto di fumo. Proprio lunedì la prospettiva di una accisa sulle elettroniche contenenti nicotina, che assorbono l’80% del mercato, il 10% costituito da quelle a base di acqua e aromi, è tramontata ma non si escludono nuove riformulazioni. Il boom è cominciato la scorsa estate a tre anni dall’avvento sul mercato italiano.

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