E-CIG, ANAFE-CONFINDUSTRIA: “DLGS TABACCHI, BENE TEMPI CELERI MA TASSAZIONE SOSTENIBILE”

testata

Roma, 17 luglio 2014

In riferimento alla probabile prossima emanazione del dlgs sul riordino della tassazione sui tabacchi e le sigarette elettroniche, Anafe Confindustria, l’associazione delle imprese del settore del fumo elettronico, accoglie con soddisfazione l’accelerazione annunciata oggi da Governo e Parlamento sul tema. Un’accelerazione peraltro richiesta ufficialmente nei giorni scorsi al Governo sia direttamente che per iscritto anche da parte di Anafe Confindustria.

“Le aziende hanno bisogno di certezza normativa per poter operare al meglio e pianificare gli investimenti, e di conseguenza ulteriori rinvii sarebbero per il nostro settore solo un danno, dopo quelli già subiti negli ultimi 365 giorni a seguito degli attacchi indiscriminati, vessatori e ingiustificati”, afferma il presidente di Anafe Massimiliano Mancini.

“Abbiamo sottoposto da tempo a Governo e Parlamento proposte mirate innanzitutto a risolvere il contenzioso che dall’1 gennaio blocca un intero settore a causa di norme sospese da TAR e Consiglio di Stato, e all’attenzione della Corte Costituzionale” aggiunge Mancini. “Il problema però non viene solo da tempistiche e vecchie norme, ma da un nuovo testo, anticipato dalla stampa e non smentito, che cerca di imporre un sistema di equivalenza coi prodotti del tabacco – caso unico al mondo e privo di basi scientifiche – con un impatto di tassazione notevolmente più pesante di quello attuale. Invece di porre fine al contenzioso in corso, si rischierebbe di farlo esplodere”.

“La domanda che poniamo è: si vuole regolamentare un settore e imporre una tassazione sostenibile, oppure semplicemente lo si vuole chiudere? La questione è facilmente risolvibile, e basterebbe seguire le indicazioni più volte arrivate dallo stesso Parlamento e immediatamente applicabili”, conclude Mancini.

 

 

NUOVA TASSA E-CIG, AUMENTI SINO AL 480%. ANAFE-CONFINDUSTRIA: “L’OBIETTIVO E’ LA DISTRUZIONE DEL SETTORE”

testata

Roma, 9 luglio 2014

Da 6 a 35 euro: questa sarebbe la conseguenza sul prezzo di vendita di un flacone di ricarica per sigarette elettroniche della nuova tassa sulle e-cig proposta nella bozza di decreto legislativo che punta a riordinare la tassazione sui tabacchi e le sigarette elettroniche.

Lo denuncia Anafe-Confindustria, associazione nazionale produttori fumo elettronico, sgomenta di fronte all’ennesimo tentativo di distruggere il settore della sigaretta elettronica, senza che si sia mai aperto un serio e reale confronto tra le istituzioni e gli operatori come invece previsto dal Tavolo aperto lo scorso febbraio.

A seguito di una prima analisi della bozza del D.lgs su accise e imposte di consumo applicate ai tabacchi e alle sigarette elettroniche, Anafe-Confindustria rileva che, nonostante l’ordinanza del Tar Lazio confermata dal Consiglio di Stato che ha sospeso l’imposta di consumo pari al 58,5% del prezzo di vendita, rinviando gli atti alla Corte Costituzionale, il Governo sembra voler andare avanti sulla strada di una imposizione fiscale che non consideri le peculiarità del settore. “In primo luogo” spiega il presidente di Anafe-Confindustria Massimiliano Mancini “le sigarette elettroniche continuano ad essere ciecamente assimilate al tabacco. Questa volta cercando di trovare un’equivalenza impossibile da stabilire tra una svapata e un tiro di sigaretta”. Una metodologia così congegnata “dà la sensazione che per il Governo l’unica preoccupazione sia tassare per provocare la sparizione del prodotto, e ciò anche senza alcun riguardo per il diritto alla salute e persino per le casse dello Stato che, sino ad ora, ci hanno solo rimesso. Il tutto ricordando sempre che l’Italia è l’unico paese occidentale a tassare la sigaretta elettronica”.

Grazie a questa metodologia di valutazione che, come si evince dalla bozza, vedrebbe un flacone da 10 ml di liquido corrispondere a 15 pacchetti di sigarette tradizionali (con un’imposta di consumo di circa 24 euro per ogni flacone), gli impatti economici e sull’occupazione derivanti da questo nuovo regime di tassazione sarebbero ancora peggiori : se con un’imposta di consumo al 58,5% il prezzo di un flacone da 10 ml sarebbe passato da un prezzo medio al pubblico di 6 euro a circa 21, adesso si arriverebbe addirittura a 35 euro (+480%).

“A questo punto ci chiediamo quale sia il senso di una nuova imposizione fiscale che ignora e anzi peggiora le ragioni per le quali la precedente è stata sospesa e considerata illegittima e che oltretutto si basa su modelli privi di alcuna base scientifica. Una scelta che avrà come unica conseguenza un contenzioso senza fine invece di porre fine ad ogni contenzioso, come invece indicato dal sottosegretario Legnini in una recente dichiarazione pubblica”.

 

E-CIG, CONFINDUSTRIA E CONFESERCENTI: “GOVERNO RIAPRA TAVOLO”

testata

Roma, 23 aprile 2014

“Un’interrogazione, quella presentata dal senatore Sangalli, che racconta in modo chiaro quello che si potrebbe definire un chiaro tentativo di distruggere un settore mettendo peraltro a rischio le entrate dello Stato. Una scelta che ci auguriamo sia ormai il passato”. Così commenta Massimiliano Mancini, presidente di Anafe-Confindustria, l’associazione nazionale che riunisce i produttori di liquidi per sigarette elettroniche, l’interrogazione rivolta al Ministro dell’Economia e delle Finanze a firma del Senatore del PD Gian Carlo Sangalli, Vice Presidente della Commissione Bilancio del Senato, sulla questione della tassazione al 58,5% del prezzo di vendita delle sigarette elettroniche e dei prodotti ad essa correlati recentemente bloccata dal TAR, che ha anche rinviato la norma – definita “irragionevole” – alla Corte Costituzionale. “A questo punto – prosegue Mancini – in attesa della pronuncia della Corte, speriamo venga avviata la consultazione con le associazioni del settore, disponibili ad un confronto che possa da una parte permettere alle imprese di crescere ed allo Stato di incassare le necessarie entrate. Ma una tassazione dovrebbe essere sempre preceduta da una regolamentazione, e per regolamentare un settore bisogna conoscerlo, e le mancate entrate dello Stato sono dovute proprio alla mancata analisi del mercato”.

Anche Massimiliano Federici, presidente di FIESEL-Confesercenti, non può che condividere quanto scritto nell’interrogazione del Senatore Sangalli: “Tutte le associazioni e gli operatori del settore dei vaporizzatori elettronici si augurano che questa che questa del Senatore Sangalli ed altre iniziative volte a dimostrare la non equità della tassazione al 58,5% vengano ascoltate e affrontate dal Governo in carica e dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan per arrivare ad un risultato positivo per tutti”.

“Avevamo già avviato un Tavolo col Governo precedente, con un incontro il 12 febbraio scorso. In quella sede l’esecutivo aveva compreso l’impossibilità di applicare un’imposta di consumo così elevata” dichiarano i Presidenti delle due associazioni che ringraziano il Senatore Sangalli per “aver fatto presente che al momento il settore vive una fase di incertezza. Ci auguriamo che il Sottosegretario Legnini – che ha appena ricevuto le deleghe delle questioni inerenti all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – riprenda il lavoro avviato dal precedente Governo, affinché si possa permettere ad un intero settore di continuare a svilupparsi in Italia ed all’estero”.

 

ANAFE: “CORRETTO UTILIZZO ED ETICHETTATURE CHIARE GARANTISCONO LA SICUREZZA DEI PRODOTTI”

testata

Roma, 8 aprile 2014

In merito alla sigaretta elettronica improvvisamente esplosa in un bar inglese, Anafe-Confindustria, associazione che riunisce i produttori italiani di liquidi per ricariche, sottolinea che, come riportato solo da alcune testate britanniche, l’incidente è stato causato da un sovraccarico di energia derivante dal fatto che la batteria esplosa era stata collegata ad un cavo per iPad, chiaramente troppo potente per poter ricaricare senza provocare danni e incidenti un tipo di batteria come quella generalmente necessaria per una normale sigaretta elettronica.

“Per le sigarette elettroniche, così come per i telefoni cellulari e per le decine di elettrodomestici che ognuno di noi possiede a casa propria” sottolinea il presidente di Anafe-Confindustria Massimiliano Mancini “la prima regola da seguire è quella di leggere le indicazioni di utilizzo ed attenersi alle istruzioni, come ad esempio quella di non mescolare caricatori e batterie, mantenere la batteria in carica in un luogo sufficientemente ventilato, acquistare eventuali parti di ricambio da rivenditori autorizzati ed affidabili e con marchio CE, collegare prima il dispositivo al caricatore e poi alla corrente, e numerose altre”.

Nell’auspicare una corretta informazione da parte dei rivenditori ed un corretto impiego da parte dei consumatori di tutte le componenti necessarie per l’utilizzo delle sigarette elettroniche, Anafe-Confindustria ribadisce il proprio impegno verso un sempre maggiore coinvolgimento e cooperazione tra tutti gli operatori del settore, le istituzioni e gli enti preposti al controllo della sicurezza con la certezza di poter così continuare ad offrire ai consumatori prodotti assolutamente sicuri e dotati di indicazioni di utilizzo chiare ed universali che riducano al minimo la possibilità di incidenti.

 

 

SOSPESA DAL TAR DEL LAZIO LA TASSAZIONE SULLE SIGARETTE ELETTRONICHE. LA DECISIONE ALLA CORTE COSTITUZIONALE

testata

Roma, 3 aprile 2014

Le aziende italiane aderenti ad Anafe–Confindustria hanno appreso oggi il contenuto dell’ordinanza del Tar del Lazio che ha accolto le loro istanze, confermando la sospensiva del DM che stabilisce le procedure di autorizzazione per la commercializzazione e quelle per il versamento dell’imposta di consumo del 58,5% del prezzo di vendita rimettendo la decisione della legittimità della tassa alla Corte Costituzionale. “Il TAR Lazio ritiene irragionevole imporre la stessa tassazione prevista per il tabacco lavorato anche a liquidi privi di nicotina e semplicemente aromatizzati (fragola, menta, vaniglia ecc…) ed ai relativi vaporizzatori (c.d. sigarette elettroniche); ed evita che l’amministrazione finanziaria possa pretendere dalle imprese del settore, in aggiunta al già gravoso carico fiscale, un’imposta superiore addirittura agli stessi ricavi delle vendite e tale da determinare il sicuro fallimento delle imprese”. Afferma il Professor Avvocato Fabio Francario, difensore delle imprese ricorrenti. “Il giudizio sulla legittimità della norma che equipara le due tassazioni è ora rimesso alla Corte Costituzionale” conclude “Nell’attesa della decisione della Consulta, la pronuncia del TAR Lazio consente alle imprese che hanno investito in Italia in un periodo di crisi come l’attuale di continuare a commercializzare i rispettivi prodotti e di conservare i livelli occupazionali dell’intera filiera produttiva e commerciale”. Una vittoria su tutta la linea dei produttori di liquidi per sigarette elettroniche che già da ora chiedono al Governo Renzi di riaprire il tavolo di attuazione della delega fiscale che si era riunito alla fine della scorsa legislatura per rivedere la normativa ed arrivare ad una soluzione condivisa ed equa.

La tassazione al 58,5% prevista dal DL Iva e Lavoro della scorsa estate, come Anafe-Confindustria e nei giorni scorsi anche uno studio dell’autorevole CASMEF LUISS hanno ribadito, non è sostenibile per un mercato come quello delle sigarette elettroniche. “Un mercato” ricorda il Presidente di Anafe-Confindustria Massimiliano Mancini “che in due anni ha generato più di 5000 posti di lavoro, ha reso l’Italia un’eccellenza europea nella produzione di liquidi per sigarette elettroniche, e ha visto giovani imprenditori mettersi alla prova nonostante il periodo di crisi economica in cui viviamo da anni”.

 

 

SIGARETTE ELETTRONICHE: LETTERA APERTA DI APPELLO DELLE ASSOCIAZIONI DI SETTORE ALLA CORTE DEI CONTI, “SI PRENDA STAVOLTA IL TEMPO NECESSARIO PER IL CONTROLLO PREVENTIVO DI LEGITTIMITA’”

testata

Roma, 18 febbraio 2014

Nei giorni scorsi le tre associazioni di categoria che rappresentano in Italia il settore delle sigarette elettroniche, ANAFE-Confindustria, FIESEL-Confesercenti e LIFE-Federcontribuenti, hanno appreso con stupore che il Ministro Saccomanni avrebbe firmato, la sera del 12 febbraio, un nuovo Decreto Ministeriale finalizzato a disinnescare all’ultimo minuto la pronuncia del TAR sulla sospensione definitiva del sistema autorizzativo per le imprese che vendono e-cig e la corrispondente imposta di consumo del 58,5% in vigore dal 1° gennaio scorso.

Le tre associazioni di settore hanno più volte manifestato tutta la loro preoccupazione in merito agli sviluppi recenti che interessano l’intero comparto produttivo e distributivo delle sigarette elettroniche e che sembrava avviato verso sviluppi positivi a seguito della sospensiva ottenuta dal TAR lo scorso 21 gennaio e l’avvio del Tavolo di confronto riunitosi presso il Ministero proprio il scorso 12 febbraio, originariamente finalizzato all’elaborazione di una nuova normativa nel quadro della Delega Fiscale. Ma, nonostante la collaborazione avviata, il MEF ha inteso emanare un Decreto Ministeriale – senza alcuna comunicazione preventiva – per il quale si sta portando avanti una procedura a velocità inusuale finalizzata proprio a scongiurare la decisione del TAR prevista per domani. Attualmente il DM si trova presso la Corte dei Conti per il controllo di legittimità e la registrazione.

La Corte dei Conti già in passato ha censurato il MEF in relazione al precedente DM che ora si vuole verificare – pubblicato in Gazzetta Ufficiale con ben 45 giorni di ritardo – affermando di aver effettuato la registrazione “solo per motivi di correntezza” (come da comunicazione al MEF resa pubblica dalla stampa) non avendo avuto il tempo per compiere i necessari controlli. La Corte aveva anche criticato le procedure autorizzative che, oltre a mettere in discussione l’incasso erariale previsto dallo Stato, rischiavano di compromettere seriamente la commercializzazione delle sigarette elettroniche nel 2014 – come poi effettivamente accaduto -, colpendo duramente un comparto che dopo un “boom” iniziale sta vivendo oggi una crisi molto seria.

Per questo motivo le associazioni di settore hanno inviato ieri una lettera all’attenzione del Presidente della Corte dei Conti, il dott. Raffaele Squitieri, appellandosi ad essa in quanto organo neutrale, autonomo ed indipendente sia rispetto al Governo che al Parlamento e garante della legalità e del buon andamento dell’azione amministrativa e di tutela degli equilibri di finanza pubblica, come sempre dimostrato. La richiesta che le associazioni pongono alla Corte è quella di poter stavolta prendere il tempo necessario per effettuare i necessari approfondimenti finalizzati al controllo di legittimità previsto, impedito a novembre scorso da tempistiche eccessivamente ristrette rispetto a quelle previste dalla Legge 340/2000, anche per consentire al TAR di potersi esprimere in libertà e al nuovo Governo di andare verso una normativa quadro, peraltro richiesta dalla stessa Corte dei Conti. Una richiesta, quella rivolta dalle associazioni alla Corte dei Conti, che le stesse definiscono “irrituale”, come però purtroppo sono stati irriturali fin troppi interventi nei confronti del settore sigarette elettroniche.

 

 

SIGARETTE ELETTRONICHE, ANAFE-CONFINDUSTRIA “BENE IL PRIMO INCONTRO CON GOVERNO E AAMS, ORA PASSI CONCRETI”

testata

Roma, 13 febbraio 2014

Anafe-Confindustria, l’associazione che riunisce i produttori di aromi per sigarette elettroniche, esprime la propria soddisfazione per l’apertura da parte del Governo all’istituzione del Tavolo di confronto con tutti gli operatori del mercato. “Il primo incontro di ieri presso il Ministero dell’Economia, convocato dal Sottosegretario all’Economia Giorgetti, rappresenta un importante segnale da parte del Governo di aver compreso l’entità del danno che l’eccessiva tassazione sta provocando al mercato” ha dichiarato il Presidente Massimiliano Mancini. “Ci aspettiamo a partire da ora passi concreti, nella direzione di una reale riduzione della tassazione, come indicato dal Governo, e di un quadro regolamentare finalmente certo e condiviso che definisca il mercato delle sigarette elettroniche nel suo complesso, dalla produzione, alla commercializzazione, al consumo” ha aggiunto Mancini. Per quanta riguarda la definizione del prodotto “sigaretta elettronica”, il Presidente di Anafe-Confindustria rileva che “per la prima volta, e per noi questo rappresenta un importante traguardo, la si è riconosciuta come un prodotto terzo, diverso e non assimilabile né ai prodotti farmaceutici, né al tabacco”.

Anafe-Confindustria attende ora la prossima convocazione del Tavolo immediatamente dopo l’approvazione in Parlamento della Delega Fiscale, sì da poter avviare la discussione di una regolamentazione che vada verso la tassazione dei liquidi contenenti nicotina, auspicando il raggiungimento di un risultato entro giugno grazie al lavoro con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. “Una regolamentazione che”, conclude Mancini, “anche grazie al ruolo di controllo e di garanzia assunto dall’AAMS, possa rappresentare un modello da seguire per gli altri paesi dell’Unione Europea”.

 

IL TAR BLOCCA LA NORMATIVA SULLE SIGARETTE ELETTRONICHE

testata

Roma, 21 gennaio 2014

Con la concessione della sospensiva provvisoria del D.M. 16.11.2013 che regola il regime autorizzativo alla commercializzazione della sigaretta elettronica richiesta dal ricorso presentato dalle aziende aderenti ad Anafe-Confindustria, il TAR del Lazio, nella seduta di questa, mattina ha di fatto spinto in un limbo normativo il sistema che prevede un’imposta di consumo del 58,5% sulle sigarette elettroniche e su tutti i prodotti ed accessori ad esse correlati.

L’Associazione Anafe-Confindustria commenta attraverso le parole del presidente Massimiliano Mancini: “Questa prima valutazione espressa dal TAR del Lazio dà finalmente ragione alle nostre istanze, riconoscendo di fatto l’assurdità dell’imposizione fiscale e del regime di autorizzazione per le sigarette elettroniche che dal 1° gennaio scorso aveva bloccato il mercato”. “Ci auguriamo che questo primo passo sia l’inizio di un nuovo percorso che possa consolidare il dialogo con le istituzioni nella direzione di una regolamentazione del settore a 360 gradi – prosegue Mancini. – Auspichiamo che nei prossimi giorni il Governo intervenga in via d’urgenza per trovare un sistema condiviso che consenta da un lato al settore delle sigarette elettroniche di consolidarsi e crescere visti anche gli ingenti investimenti fino ad ora sostenuti dalle imprese italiane e le migliaia di posti di lavoro in gioco, e dall’altro allo Stato di incassare il dovuto, € 117 milioni che, come indicato ad esempio anche dal Servizio Bilancio del Senato, con la normativa in vigore non potranno mai essere raggiunti”.

Anafe-Confindustria, l’associazione che riunisce i produttori di sigarette elettroniche e liquidi per la vaporizzazione, vista la complessa situazione in cui il settore si stava trovando a causa dell’entrata in vigore della tassazione al 58,5%, aveva iniziato a lavorare per l’immissione in mobilità di oltre 900 addetti del settore e denunciato il rischio di una progressiva perdita di posti di lavoro per gli oltre 5.000 dipendenti oltre che l’inevitabile chiusura dei 3.500 negozi sparsi sull’intero territorio. Un passo obbligato, a detta di Anafe-Confindustria, a causa della mancanza di regolamentazione del settore, dell’eccesso di burocrazia e dell’insostenibile carico fiscale (che determina un aumento dei prezzi pari al 240%) introdotto dal Governo. Ad oggi, su oltre 120 operatori in Italia, nessuno ha avuto il via libera definitivo di AAMS, ciò anche in ragione del ritardo di 40 giorni della pubblicazione del Decreto stesso, censurato anche dalla Corte dei Conti in una lettera al Ministro dell’Economia.

 

ACCANIMENTO FINALE CONTRO IL SETTORE DELLA SIGARETTA ELETTRONICA

testata

Roma, 29 dicembre 2013

Il Decreto Milleproproghe non ha risparmiato il settore delle sigarette elettroniche reinserendo – secondo le anticipazioni di stampa di oggi – i divieti di svapo e di pubblicità, a partire dallo stesso giorno in cui prenderà il via l’assoggettamento del prodotto ai Monopoli e una tassazione del 58,5%. “Siamo di fronte al terzo cambiamento di norme in 6 mesi” dichiara il presidente di Anafe-Confindustria Massimiliano Mancini “quest’ultimo, altro non è che la lapide posta dal Governo sul settore della sigaretta elettronica”. “Il tutto” prosegue Mancini “alla faccia dell’omogeneità dei Decreti Legge di cui tanto si è parlato in questi giorni, e senza alcuna considerazione delle competenze del Ministero della Salute che pochi giorni fa aveva avuto il nulla osta proprio del Governo per avviare l’iter del ddl Lorenzin che prevede la regolamentazione della pubblicità e dei divieti”.

“Il divieto assoluto di svapo e di pubblicità, evidentemente voluto dalla lobby dei tabaccai e da alcuni suoi rappresentanti, non farà altro che mantenere lo status quo del mercato e favorire l’utilizzo della sigaretta tradizionale, con conseguenze ben note a chiunque ormai: il tabacco è la principale causa di morte prevenibile nel nostro Paese e al fumo di tabacco sono attribuibili dai 70.000 agli 83.000 morti l’anno” afferma il presidente Mancini. E a tal proposito l’Associazione ricorda che lo stesso prof. Umberto Veronesi ha dichiarato recentemente che «Se tutti coloro che fumano sigarette tradizionali si mettessero a fumare sigarette senza tabacco (le sigarette elettroniche) salveremmo almeno 30 mila vite all’anno in Italia e 500 milioni nel mondo».

Da ciò che sta succedendo invece, conclude il presidente di Anafe-Confindustria Massimiliano Mancini, “è evidente che al Governo non interessa la salute dei cittadini, così come al Ministero dell’Economia non interessano assolutamente le entrate fiscali, visto che l’unico risultato di questi provvedimenti sarà il trasferimento all’estero di decine di aziende e la chiusura di quattromila negozi, con gravi conseguenze in termini di occupazione e un buco nelle casse dello Stato. Di questo abbiamo parlato più volte e lo abbiamo ampiamente dimostrato in tutte le sedi, ma su questi argomenti il Governo non ha mai inteso nemmeno aprire una consultazione che, se messa in atto, avrebbe messo alla luce gli errati presupposti dei suoi interventi che invece avranno l’unica conseguenza di danneggiare lo Stato, l’economia e la salute pubblica”.

 

Sigaretta elettronica, Anafe (Confindustria): con imposta del 58,5% nel 2014 aziende costrette a chiudere

logo_il_sole_24_ore copia

«La decisione di applicare dal 2014 un’imposta del 58,5% su tutti i prodotti relativi al fumo elettronico causerà la chiusura di tutte le aziende italiane produttrici, oppure non lascerà loro altra via che quella di rivolgersi esclusivamente agli altri Paesi membri dell’Unione Europea. L’Italia è l’unico Paese ad aver applicato una simile imposta sulla sigaretta elettronica». È la denuncia che viene dal presidente di Anafe-Confindustria, Massimiliano Mancini, nel corso di una conferenza stampa alla Camera sulla E-cig.

Impatto negativo su ricavi e occupazione
Le ricadute sono pesanti su fatturato e occupazione. Molti dei 7.300 posti di lavoro, che si sono creati grazie a questo mercato, sono a rischio. «Nel 2013 si è ridotto del 50% il fatturato legato alla sigaretta elettronica in Italia (pari nel 2012 a circa 350 milioni di euro) e se qualcosa non cambia, la situazione non può che peggiorare» spiega ancora Mancini, che offre altri numeri a conferma della difficoltà del settore: «Nel 2012 erano 6.000 i negozi operativi, ora circa il 60% hanno chiuso i battenti». Ciò a causa di una tassazione che, a partire dal 2014, «equiparerà la sigaretta elettronica a una sigaretta tradizionale» e ad «attacchi mediatici basati su notizie legate alla supposta nocività del prodotto». Un «accanimento sia mediatico che governativo contro il settore», per Alfonso Siano di Life-Federcontribuenti, «nonostante il parere favorevole che la sigaretta elettronica ha incassato da buona parte della comunità scientifica».

Presentato emendamento a legge stabilità
Di «tassazione illogica, eccessiva e depressiva nei confronti di un settore nato da poco in Italia» ha parlato Fabio Lavagno (Sel) riassumendo, si legge in una nota, «anche le posizioni dei deputati Aris Prodani (M5S), Sabrina Capozzolo (Pd) e Ignazio Abrignani (Fi)». Anche nel Ddl Stabilità è stata presentata una proposta di modifica che riguarda le e-cig. «L’emendamento è stato firmato da Prodani ma sarà sottoscritto – conclude il comunicato – anche da Pd, Fi e Sel, e prevede un’imposta di fabbricazione sui liquidi delle sigarette elettroniche pari a 20 centesimi per millilitro».

Fonte: Sole24Ore.com