E-CIG, ANAFE E FIESEL: “VINTA UNA BATTAGLIA, ADESSO SI CAMBI LA LEGGE”

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Roma, 15 maggio 2015

“Proviamo grande soddisfazione e senso di giustizia per la decisione della Corte Costituzionale che – dando ragione a due anni di battaglie in difesa delle sigarette elettroniche – ha confermato che la tassazione sulle e-cig é spropositata e peggiorativa nel contenuto e addirittura rispetto al livello di tassazione del tabacco”.

Così Massimiliano Mancini, presidente di ANAFE-Confindustria, e Massimiliano Federici, presidente di FIESEL-Confesercenti, commentano la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima l’imposta di consumo 2014 sulle sigarette elettroniche, a seguito del ricorso delle aziende di ANAFE-Confindustria, assistite dallo Studio Francario & Partners e sostenuto anche dai commercianti di FIESEL.

“Speriamo – aggiungono Mancini e Federici – che questa sentenza ponga fine a quella che di fatto è stata una persecuzione perpetrata contro le e-cig, non interrotta nemmeno dalla legge attualmente vigente, che, nonostante rimanga al momento in vigore, ripropone alcuni degli stessi profili di incostituzionalità della precedente, come una nuova tassazione ancora più vessatoria a carico di aziende e negozi, e l’assurda equiparazione – attraverso un’improbabile e arbitraria equivalenza – ai prodotti del tabacco di vecchia (le sigarette) e nuova generazione (il cosiddetto “tabacco riscaldato”). Scelte che ancora una volta stanno causando danni alle aziende, perdita di posti di lavoro e un ulteriore buco nelle casse dello Stato. Speriamo di non dover ripetere ancora una volta ‘l’avevamo detto’”.

“Ci attendiamo – concludono Mancini e Federici – un confronto immediato con le Istituzioni perché si possa arrivare a stabilire regole ben fatte ed una tassazione bilanciata e sostenibile, a differenza della passata e dell’attuale che hanno consegnato il mercato italiano ad aziende e siti di e-commerce esteri”.

 

Corte Costituzionale, il video dell’udienza del ricorso Anafe Confindustria

QUIRINALE: IL BORSINO DEI NOMI
Giuliano Amato in una foto del 2 Dicembre 2014. ANSA/GIUSEPPE LAMI

 

La Corte Costituzionale ha pubblicato sul proprio sito il video dell’udienza dello scorso 14 aprile in cui è stata avviata la discussione in relazione al ricorso promosso dalle aziende aderenti ad Anafe Confindustria nei confronti del Ministero dell’Economia e delle Finanze e Agenzia delle dogane e dei monopoli, arrivato sino a Palazzo della Consulta a seguito del rinvio con ord. 29 aprile 2014 da parte del Tribunale amministrativo regionale per il Lazio.

Oggetto ruolo: Commercio – Commercializzazione dei prodotti contenenti nicotina o altre sostanze idonei a sostituire il consumo dei tabacchi lavorati nonché dispositivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio – Assoggettamento a preventiva autorizzazione da parte dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.

Imposte e tasse – Prodotti contenenti nicotina o altre sostanze idonei a sostituire il consumo dei tabacchi lavorati nonché dispositivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio – Sottoposizione, a decorrere dal 1° gennaio 2014, ad imposta di consumo nella misura pari al 58,5% del prezzo di vendita al pubblico

Relatore per la Corte Costituzionale il giudice prof. Giuliano Amato, già politico, docente e giurista italiano, presidente del Consiglio dei ministri dal 1992 al 1993 e dal 2000 al 2001. Secondo quanto risulta ad AgiVapeNews il prof. Amato avrebbe tenuto una relazione che è apparsa supportare buona parte delle argomentazioni delle aziende ricorrenti (nello specifico Flavourart, Categoria, Puff e Smooke i marchi in questione) aderenti insieme ad altre ad ANAFE Confindustria.

A guidare il ricorso alla Corte Costituzionale il prof. Fabio Francario (Studio Francario e Partners), che nella giornata di ieri si è confrontato con gli avvocati dello Stato Anna Collabolletta e Francesco Meloncelli della III Sezione dell’Avvocatura (Economia e Finanze (esc. GdF), Agenzia Entrate (uff. regione Sicilia e affari ex Agen. Territorio), Agen. Dogane e Monopoli, Ag. Demanio).

La decisione della Corte Costituzionale arriverà entro 60 giorni, giusto pochi giorni prima dell’avvio del giudizio di merito al TAR, previsto per il l’1 luglio, sul ricorso presentato da parte di alcune aziende e ad adiuvandum da Fiesel Confesercenti, l’associazione di rappresentanza dei negozianti e-cig. Un giudizio, quello della Corte, che condizionerà non poco il TAR, visto anche che nel caso di dichiarazione di incostituzionalità della Legge 99/2013 è probabile che anche la norma attuale possa essere resa inapplicabile, visto che di fatto ha modificato – con riferimento alle e-cig – un solo paragrafo della vecchia legge.

https://agivapenews.com/2015/04/27/video-corte-costituzionale-anafe-confindustria/

 

E-Cig – Anafe Confindustria su Circolare ADM: “Ci auguriamo che sia l’inizio di un percorso di legalità che aiuti la crescita del mercato”

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Anafe Confindustria, associazione dei produttori italiani di e-cig e liquidi da inalazione, accoglie con soddisfazione la pubblicazione della Circolare dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli in merito ai chiarimenti riguardanti il regime fiscale applicabile a tali liquidi. Nel provvedimento infatti vengano chiarite le regole e posti in risalto gli aspetti sanzionatori a cui andranno incontro i soggetti che non si sono ancora adeguati al nuovo regime impositivo, oltre ad annunciare nuovi controlli sulla regolarità delle operazioni di approvvigionamento. Massimiliano Mancini, Presidente di Anafe Confindustria:

“Nonostante l’amarezza per l’applicazione di una tassa eccessiva, ingiusta e mal calcolata, condividiamo e accogliamo con soddisfazione il provvedimento dei Monopoli che evidenzia la volontà di finalmente far funzionare questo mercato”.

Mancini commenta la situazione del mercato italiano:

“Ringraziamo l’Agenzia che ha finalmente compreso la difficile situazione in cui versano le aziende rispettose della legge operanti in un mercato divenuto ormai ostaggio di operatori irregolari. Ci auguriamo che i controlli annunciati possano essere veloci e sortiscano gli effetti sperati, sì da arrivare a ripulire il settore da tutti quei soggetti che operano nell’illegalità”.

“Infine  – conclude il Presidente Anafe – auspichiamo che si ponga la parola fine all’evasione attraverso le vendite via internet di liquidi per sigarette elettroniche compiuta da soggetti esteri privi di rappresentante fiscale. Liquidi, specie se non comunitari, su cui peraltro non può essere effettuato alcun controllo sanitario preventivo, con seri rischi per i consumatori. Ciò a differenza dei liquidi Made in Italy, un’eccellenza di qualità a livello europeo, che seguono le linee guida e sono sottoposti alle analisi delle autorità nazionali”.

 

Anafe – Dagospia: botta e risposta sulle sigarette elettroniche

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Nella giornata di ieri il sito web dagospia ha pubblicato il seguente articolo:

“I venditori di fumo (elettronico) sono incazzati neri. Dopo l’entrata in vigore del decreto fiscale che ha aumentato le tasse sulle sigarette (convenzionali e 2.0) una vera e propria bufera di tweet si è abbattuta su una tassazione che, seppure scontata rispetto al le sigarette tradizionali, gli svapatori ritengono di fatto insostenibile.

L’ira funesta sul web non ha risparmiato nessuno, ma mentre gli irriducibili da tastiera  continuavano a rivolgere instancabili appelli in nome della libertà al governo, alle tv di mezzo mondo, passando per gli evergreen Fiorello e Celentano, le multinazionali del tabacco sono scese in campo quasi in silenzio: attratte probabilmente proprio dalla tassazione agevolata.

E così, gli inglesi di Imperial, sono ormai pronti a lanciare in Italia Jai, una sigaretta elettronica che, oltre a pagare serenamente le tasse, sembrerebbe fare da apripista alle altre big e spostare la sfida tra i giganti del tabacco sul campo del fumo 2.0.
In Anafe (l’associazione di categoria che raggruppa i produttori e i distributori delle sigarette elettroniche) volano già gli stracci: chi ha tradito i piccoli? Ma soprattutto, chi venderà le sigarette del futuro? I giovani imprenditori del fumo elettronico o gli “esperti” tabaccai?”

La risposta di Anafe non si è fatta attendere ed è stata pubblicata oggi sul medesimo sito web:

Caro dago,

purtroppo stavolta sei male informato. A dispetto di quanto scritto nell’articolo http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/non-andremo-fumo-dopo-averle-lungo-combattute-major-tabacco-93904.htm, in ANAFE Confindustria non volano stracci di alcun genere, tanto meno per la decisione della multinazionale Imperial Tobacco di entrare nel mercato delle sigarette elettroniche. Una scelta del genere non può che far bene per la crescita del settore, nei confronti del quale forse si interromperà un bombardamento lungo due anni.

Che poi la mega tassa non ci piaccia è inevitabile (ce li presenti questi manager di multinazionali così sereni nel pagarla?), specie per il modo in cui è stata calcolata. Ma nel frattempo le aziende di ANAFE rispettano la legge e stanno effettuando tutti gli adempimenti previsti, pur riservandosi ogni diritto di ricorrere nel sedi adeguate. Ci aspettiamo anzi che ora le istituzioni – AAMS in testa – facciano il loro lavoro, contro chi le regole non le rispetta, per contribuire a far funzionare il mercato.

 Dove poi le multinazionali venderanno le e-cig, per noi è irrilevante, visto anche che crediamo nel libero mercato. Se sceglieranno i tabaccai sarà comunque una buona notizia: sono commercianti, anche loro colpiti dalla recessione, e avranno la possibilità di avere maggiori entrate, mentre i negozi continueranno a fare il loro lavoro di “consulenza specializzata”, diverso da quello dei tabaccai.

A guadagnarci comunque saranno i consumatori, che avranno sempre più accesso ad un prodotto che – checché ne dicano alcuni studi di dubbia provenienza e in certi casi smentiti persino dagli stessi autori (ad es. quello sulla formaldeide) – sta aiutando milioni di persone in tutto il mondo. E indietro non si torna.

Grazie per l’attenzione e, per favore, la prossima volta facci una telefonata magari!

Massimiliano Mancini

Presidente ANAFE Confindustria”

https://agivapenews.com/2015/02/06/anafe-dagospia/

 

SIGARETTE ELETTRONICHE, ADM STABILISCE IL VALORE DELL’IMPOSTA CHE AUMENTA IL CARICO FISCALE DEL 150%. ANAFE-CONFINDUSTRIA: SCONCERTO E RAMMARICO

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Roma, 21 gennaio 2015

Alla luce della determina n. 394 dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli pubblicata ieri sera e che stabilisce l’importo definitivo dell’imposta di consumo sui liquidi per sigarette elettroniche a €3,37344 ogni 10ml, Anafe-Confindustria, l’Associazione Nazionale Fumo Elettronico dichiara il proprio profondo sconcerto e rammarico per una decisione che, come paventato da mesi, distruggerà del tutto la competitività di un settore ormai considerato un’eccellenza italiana in tutto il mondo.

“Il provvedimento” afferma Massimiliano Mancini, presidente di Anafe-Confindustria “è stato emanato sulla base di discrezionali interpretazioni di norme tecniche ed è fondato su discutibili protocolli – privi di basi scientifiche – di calcolo del consumo medio delle sigarette tradizionali e dei liquidi da inalazione. Protocolli che da mesi segnaliamo come inapplicabili visto che mettono a confronto due prodotti di fatto del tutto diversi: le sigarette tradizionali, che si fumano, e le sigarette elettroniche”.

“Sono ormai quasi due anni che il settore delle sigarette elettroniche e sotto attacco, attacco che sembra senza soluzione di continuità da parte di alcuni apparati dello Stato. Ciò nonostante la disponibilità ad un dialogo serio da parte degli operatori del settore e l’immediata adesione degli stessi alla nuova normativa fiscale, peraltro resa nota a Capodanno una prima volta e di nuovo ieri sera alle 19, a 5 ore dall’entrata in vigore!” continua Mancini. “Una totale mancanza di rispetto nei confronti di aziende che danno lavoro e pagano le tasse. Anche se iniziamo a pensare che i veri fini di certe azioni siano altri, e cioè la distruzione del settore”. Settore che – ribadisce l’associazione – avrebbe potuto essere fonte di considerevoli entrate per lo Stato che, secondo i calcoli di Anafe-Confindustria, sarebbero potuti arrivare, con la tassazione flat proposta, a circa 120 mln di Euro ogni anno.

“La norma emanata da ADM denota purtroppo assoluta indifferenza nei confronti della realtà industriale del settore e anche delle indicazioni del Parlamento di ridurre il carico fiscale – aumentato invece fino al 150% – e di porre un freno al contenzioso, che invece esploderà, continuando in questo modo a fare danni nei confronti delle aziende e delle casse dello Stato. Non possiamo che appellarci al presidente del Consiglio Renzi, al Ministro dell’Economia Padoan e al Parlamento, cui chiediamo perché consentano questa persecuzione”, conclude Mancini.

 

 

E-cig, Anafe Confindustria: Sconcerto per imposta su liquidi, si distrugge eccellenza italiana

Alla luce della determina n. 394 dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli pubblicata ieri sera e che stabilisce l’importo definitivo dell’imposta di consumo sui liquidi per sigarette elettroniche, a 3,73344 euro ogni 10ml, Anafe-Confindustria, l’Associazione Nazionale Fumo Elettronico dichiara il “proprio profondo sconcerto e rammarico per una decisione che, come paventato da mesi, distruggerà del tutto la competitività di un settore ormai considerato un’eccellenza italiana in tutto il mondo”.

Il provvedimento – afferma Massimiliano Mancini, presidente di Anafe-Confindustria – è stato emanato sulla base di discrezionali interpretazioni di norme tecniche, ed è fondato su discutibili protocolli – privi di basi scientifiche – di calcolo del consumo medio delle sigarette tradizionali e dei liquidi da inalazione. Protocolli che da mesi segnaliamo come inapplicabili visto che mettono a confronto due prodotti di fatto del tutto diversi: le sigarette tradizionali, che si fumano, e le sigarette elettroniche”.

Sono ormai quasi due anni che il settore delle sigarette elettroniche e sotto attacco, attacco che sembra senza soluzione di continuità da parte di alcuni apparati dello Stato. Ciò nonostante la disponibilità ad un dialogo serio da parte degli operatori del settore e l’immediata adesione degli stessi alla nuova normativa fiscale, peraltro resa nota a Capodanno una prima volta e di nuovo ieri sera alle 19, a 5 ore dall’entrata in vigore – continua Mancini -. Una totale mancanza di rispetto nei confronti di aziende che danno lavoro e pagano le tasse. Anche se iniziamo a pensare che i veri fini di certe azioni siano altri, e cioè la distruzione del settore”.

Settore che – ribadisce l’associazione – “avrebbe potuto essere fonte di considerevoli entrate per lo Stato che, secondo i calcoli di Anafe-Confindustria, sarebbero potuti arrivare, con la tassazione flat proposta, a circa 120 mln di euro ogni anno. “La norma emanata da Adm denota purtroppo assoluta indifferenza nei confronti della realtà industriale del settore e anche delle indicazioni del Parlamento di ridurre il carico fiscale – aumentato invece fino al 150% – e di porre un freno al contenzioso, che invece esploderà, continuando in questo modo a fare danni nei confronti delle aziende e delle casse dello Stato. Non possiamo che appellarci al presidente del Consiglio Renzi, al ministro dell’Economia Padoan e al Parlamento, cui chiediamo perché consentano questa persecuzione”, conclude Mancini.

 

https://agivapenews.com/2015/01/21/e-cig-anafe-confindustria-sconcerto-per-imposta-su-liquidi-si-distrugge-eccellenza-italiana/

 

ANAFE-CONFINDUSTRIA SU OMS: ITALIA ALL’AVANGUARDIA PER DIVIETO VENDITA E-CIG AI MINORI

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Roma, 26 agosto 2014

Anafe-Confindustria, Associazione Nazionale Fumo Elettronico, interviene nel dibattito aperto oggi dalla nota dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul divieto di vendita di sigarette elettroniche ai minorenni e sull’utilizzo negli spazi pubblici chiusi.

“L’Italia, anche grazie alla lungimiranza del provvedimento del 2013 del ministro Lorenzin che ha disposto il divieto di vendita ai minori, si trova in una posizione di avanguardia rispetto a molti altri paesi, segno di una estrema e doverosa attenzione – dichiara il presidente di Anafe-Confindustria Massimiliano Mancini – nei confronti delle fasce più giovani della popolazione”.

In Italia il tema sigaretta elettronica è da tempo molto dibattuto, c’è ancora in sospeso la questione della tassazione, sospesa dal Tar in attesa della Corte Costituzionale, ma, afferma il presidente Mancini “dal punto di vista delle regole, l’Italia è un esempio a livello mondiale, avendo anche approvato norme che definiscono in maniera chiara, decisa – e a nostro avviso giusta – la pubblicità delle e-cig, con limitazioni a fasce orarie e a specifici mezzi di comunicazione, proprio a difesa dei minori”.

“D’altra parte” prosegue Mancini “per quanto riguarda i divieti nei luoghi pubblici auspicati dall’OMS, l’attuale normativa, che prevede già divieti di utilizzo ad esempio nelle scuole e negli ospedali, corredata da codici condivisi di autoregolamentazione che si stanno man mano diffondendo, sta funzionando nel nostro Paese senza criticità ed è anzi la più avanzata in Europa” conclude Mancini.

Anafe-Confindustria ricorda infine che, recentemente, 53 scienziati da tutto il mondo, tra i quali gli italiani Umberto Veronesi, Umberto Tirelli e Riccardo Polosa, hanno scritto proprio ai vertici dell’OMS dichiarando che le sigarette elettroniche possono essere di grande utilità per liberarsi dalle sostanze cancerogene derivanti dalla combustione di carta e tabacco delle sigarette tradizionali e assenti nelle sigarette elettroniche: ”milioni di fumatori stanno scoprendo qualcosa che funziona e che può dare loro vantaggi immediati in termini di benessere e autostima, – si legge – oltre che un significativo miglioramento a lungo termine della salute e delle aspettative di vita”.

 

 

E-CIG, ANAFE-CONFINDUSTRIA AL SOTTOSEGRETARIO LEGNINI: “CON LE NUOVE NORME IL CONTENZIOSO ESPLODERA’”

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Roma, 1 agosto 2014

A seguito dell’approvazione di ieri da parte del Consiglio dei Ministri del D.lgs tabacchi ed in riferimento alle dichiarazioni odierne del Sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini secondo cui la nuova normativa andrebbe ad eliminare il contenzioso con le aziende produttrici di sigarette elettroniche, Anafe-Confindustria, protagonista del ricorso che ha portato alla sospensione da parte del Tar del Lazio della norma a cui il Sottosegretario si riferisce, risponde con alcuni chiarimenti per spiegare che al contrario, con ogni probabilità, “il contenzioso potrebbe esplodere”.

Massimiliano Mancini, presidente dell’associazione che riunisce i produttori di liquidi per ricariche di e-cig, dichiara: “Il contenzioso grazie a cui l’imposta del 58,5% del prezzo di vendita è stata sospesa, resterà in piedi per almeno tre ragioni fondamentali che invitiamo il Sottosegretario a considerare”.

In primo luogo tra le motivazioni del Tar del Lazio c’è un chiaro riferimento alla direttiva europea 2014/40/UE che, seppure ad oggi e prima del recepimento non produce effetti nell’ordinamento giuridico italiano, definisce la sigaretta elettronica riferendosi solo ai prodotti contenenti nicotina. “Nel nuovo decreto proposto, almeno nella bozza, questa distinzione non appare. Si tasseranno quindi liquidi a base di aromi alimentari e privi di nicotina?” domanda il presidente Mancini.

Il secondo punto che, ad una prima analisi del D.lgs, Anafe-Confindustria solleva, riguarda il fatto che il testo punta ad una correlazione tra prodotti da inalazione e sigarette tradizionali, come confermato dal fatto che per stabilire l’imposta di consumo si utilizzano “condizioni di aspirazioni conformi a quelle utilizzate per l’analisi dei contenuti delle sigarette”. L’insistenza da parte del legislatore nel voler trovare una correlazione tra questi due prodotti porterà ad un probabile ulteriore intervento da parte del giudice amministrativo, “non abbiamo dubbi su questo perché noi stessi lo chiederemo” afferma Mancini. “Non ci stancheremo mai di ripetere che un metodo che prevede un’equivalenza tra i liquidi per le sigarette elettroniche e il tabacco e che si fonda sul numero di tiri è del tutto arbitrario, poiché si mettono sullo stesso piano due prodotti che, anche nelle modalità di consumo, sono tra loro totalmente differenti”. Da un punto di vista normativo, inoltre, pur riconoscendo la possibilità per il legislatore di imporre una tassazione sui prodotti del fumo elettronico, il Tar ha ritenuto che l’imposta dovesse essere conforme all’art. 53 della Costituzione sia in merito alla capacità contributiva, sia per quanto riguarda lo stabilire un’equivalenza tra liquidi per sigarette elettroniche e sigarette con combustione di tabacco. E su tutti questi temi, come anche sui Decreti Ministeriali emanati a seguito del DL lavoro Iva del 2013 che ha imposto un’equiparazione alle sigarette tradizionali, è atteso il giudizio della Corte Costituzionale.

Il presidente Mancini ricorda inoltre le numerose proposte, anche attraverso emendamenti rintracciabili nei resoconti parlamentari, fatte da Anafe-Confindustria per operare nel mercato italiano attraverso una regolamentazione chiara e che prevedesse un’imposta purché equilibrata e non vessatoria. Un’imposta evidentemente diversa da quella inserita nella bozza di D.lgs che parla di uno sconto del 40% sul tabacco, ma in cui si dimentica di dire che i criteri verranno fissati successivamente in base a standard ad oggi inesistenti e che porterebbero ad un aumento degli attuali prezzi al pubblico del 480%.“E’ inaccettabile che funzionari pubblici ci definiscano ‘furbetti che non vogliono pagare le tasse’, visto che da oltre un anno non chiediamo altro che avere una tassazione sensata, anche perché per pagare le tasse è necessario vivere” conclude Mancini, “ma ci appare chiaro che il disegno di alcuni è di esattamente impedire che ciò accada”.

Infine, Anafe-Confindustria ricorda che per contrastare alcuni interventi contro le sigarette elettroniche, 53 scienziati da tutto il mondo, tra i quali gli italiani Umberto Veronesi, Umberto Tirelli e Riccardo Polosa, hanno scritto ai vertici dell’Organizzazione mondiale della sanità dichiarando che “le sigarette elettroniche, che hanno la stessa gestualità delle sigarette convenzionali, possono avere successo nel liberarsi dalle sostanze cancerogene delle sigarette convenzionali che derivano dalla combustione di tabacco e carta, assenti nelle sigarette elettroniche” e concludendo che “Milioni di fumatori stanno scoprendo qualcosa che funziona e che può dare loro vantaggi immediati in termini di benessere e autostima, oltre che un significativo miglioramento a lungo termine della salute e delle aspettative di vita”.

 

 

E-CIG, ANAFE-CONFINDUSTRIA: “DLGS TABACCHI, BENE TEMPI CELERI MA TASSAZIONE SOSTENIBILE”

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Roma, 17 luglio 2014

In riferimento alla probabile prossima emanazione del dlgs sul riordino della tassazione sui tabacchi e le sigarette elettroniche, Anafe Confindustria, l’associazione delle imprese del settore del fumo elettronico, accoglie con soddisfazione l’accelerazione annunciata oggi da Governo e Parlamento sul tema. Un’accelerazione peraltro richiesta ufficialmente nei giorni scorsi al Governo sia direttamente che per iscritto anche da parte di Anafe Confindustria.

“Le aziende hanno bisogno di certezza normativa per poter operare al meglio e pianificare gli investimenti, e di conseguenza ulteriori rinvii sarebbero per il nostro settore solo un danno, dopo quelli già subiti negli ultimi 365 giorni a seguito degli attacchi indiscriminati, vessatori e ingiustificati”, afferma il presidente di Anafe Massimiliano Mancini.

“Abbiamo sottoposto da tempo a Governo e Parlamento proposte mirate innanzitutto a risolvere il contenzioso che dall’1 gennaio blocca un intero settore a causa di norme sospese da TAR e Consiglio di Stato, e all’attenzione della Corte Costituzionale” aggiunge Mancini. “Il problema però non viene solo da tempistiche e vecchie norme, ma da un nuovo testo, anticipato dalla stampa e non smentito, che cerca di imporre un sistema di equivalenza coi prodotti del tabacco – caso unico al mondo e privo di basi scientifiche – con un impatto di tassazione notevolmente più pesante di quello attuale. Invece di porre fine al contenzioso in corso, si rischierebbe di farlo esplodere”.

“La domanda che poniamo è: si vuole regolamentare un settore e imporre una tassazione sostenibile, oppure semplicemente lo si vuole chiudere? La questione è facilmente risolvibile, e basterebbe seguire le indicazioni più volte arrivate dallo stesso Parlamento e immediatamente applicabili”, conclude Mancini.

 

 

NUOVA TASSA E-CIG, AUMENTI SINO AL 480%. ANAFE-CONFINDUSTRIA: “L’OBIETTIVO E’ LA DISTRUZIONE DEL SETTORE”

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Roma, 9 luglio 2014

Da 6 a 35 euro: questa sarebbe la conseguenza sul prezzo di vendita di un flacone di ricarica per sigarette elettroniche della nuova tassa sulle e-cig proposta nella bozza di decreto legislativo che punta a riordinare la tassazione sui tabacchi e le sigarette elettroniche.

Lo denuncia Anafe-Confindustria, associazione nazionale produttori fumo elettronico, sgomenta di fronte all’ennesimo tentativo di distruggere il settore della sigaretta elettronica, senza che si sia mai aperto un serio e reale confronto tra le istituzioni e gli operatori come invece previsto dal Tavolo aperto lo scorso febbraio.

A seguito di una prima analisi della bozza del D.lgs su accise e imposte di consumo applicate ai tabacchi e alle sigarette elettroniche, Anafe-Confindustria rileva che, nonostante l’ordinanza del Tar Lazio confermata dal Consiglio di Stato che ha sospeso l’imposta di consumo pari al 58,5% del prezzo di vendita, rinviando gli atti alla Corte Costituzionale, il Governo sembra voler andare avanti sulla strada di una imposizione fiscale che non consideri le peculiarità del settore. “In primo luogo” spiega il presidente di Anafe-Confindustria Massimiliano Mancini “le sigarette elettroniche continuano ad essere ciecamente assimilate al tabacco. Questa volta cercando di trovare un’equivalenza impossibile da stabilire tra una svapata e un tiro di sigaretta”. Una metodologia così congegnata “dà la sensazione che per il Governo l’unica preoccupazione sia tassare per provocare la sparizione del prodotto, e ciò anche senza alcun riguardo per il diritto alla salute e persino per le casse dello Stato che, sino ad ora, ci hanno solo rimesso. Il tutto ricordando sempre che l’Italia è l’unico paese occidentale a tassare la sigaretta elettronica”.

Grazie a questa metodologia di valutazione che, come si evince dalla bozza, vedrebbe un flacone da 10 ml di liquido corrispondere a 15 pacchetti di sigarette tradizionali (con un’imposta di consumo di circa 24 euro per ogni flacone), gli impatti economici e sull’occupazione derivanti da questo nuovo regime di tassazione sarebbero ancora peggiori : se con un’imposta di consumo al 58,5% il prezzo di un flacone da 10 ml sarebbe passato da un prezzo medio al pubblico di 6 euro a circa 21, adesso si arriverebbe addirittura a 35 euro (+480%).

“A questo punto ci chiediamo quale sia il senso di una nuova imposizione fiscale che ignora e anzi peggiora le ragioni per le quali la precedente è stata sospesa e considerata illegittima e che oltretutto si basa su modelli privi di alcuna base scientifica. Una scelta che avrà come unica conseguenza un contenzioso senza fine invece di porre fine ad ogni contenzioso, come invece indicato dal sottosegretario Legnini in una recente dichiarazione pubblica”.