TABACCO: ANAFE D’ACCORDO CON FIT, MA RESPONSABILITA’ CROLLO ENTRATE E’ DI CONTRABBANDO E CRISI

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Roma, 6 maggio 2013

L’Associazione Nazionale Fumo Elettronico condivide le preoccupazioni della FIT sul rischio di chiusura delle tabaccherie, ma sottolinea come le minori entrate sia per le rivendite che lo Stato siano in gran parte dovute alla crisi economica, che spinge le persone ad orientarsi su prodotti alternativi quali ad esempio il tabacco trinciato, e principalmente all’esplosione del contrabbando successiva all’aumento dell’IVA. “Contraffazione, insieme al contrabbando dei prodotti da tabacco, giunto ormai all’8,5% del totale del consumo di sigarette (dati Kpmg), sono i principali responsabili della diminuzione delle entrate fiscali e per i tabaccai. Sul tema ANAFE auspica il sempre più forte intervento preventivo e repressivo da parte dello Stato”.

ANAFE esprime comunque sorpresa per le posizioni di FIT, considerando che da settimane sono in corso contatti che avevano consentito di raggiungere un’intesa di massima su quella che potrebbe essere una proposta comune ai fini di un sistema di vendita organizzato dei liquidi con nicotina, nell’ottica di una tassazione equa e bilanciata. Un sistema in grado di salvaguardare l’occupazione dei tabaccai – la cui vasta rete sarebbe un ottimo strumento per la diffusione della sigaretta elettronica – e delle migliaia di negozi aperti negli ultimi 18 mesi, e capace di evitare al mercato di finire verso l’illegalità, come purtroppo già accaduto per quello delle sigarette.

“Già oggi molti tabaccai vendono le sigarette elettroniche e le relative ricariche. ANAFE ritiene però che se si imporrà la vendita solo mediante i tabaccai, nei primi 30 giorni successivi a tale decisione saranno più di 1.500 i punti vendita specializzati di sigarette elettroniche – sui circa 3.000 esistenti sul territorio – a dover chiudere. La ricaduta in termini di perdita di posti di lavoro sarebbe di circa 4.000 addetti, con un’età media di circa 30 anni, oltre alle minori entrate per lo stato in termini di imposte, tasse e contributi”.

Il presidente Mancini infine, auspica ”l’avvio da parte del Governo di un tavolo di analisi e discussione trasparente che veda la partecipazione di tutti gli stakeholders”, per arrivare ”ad una regolamentazione che valuti costi e benefici – sanitari ed economici – di un nuovo prodotto che non è un metodo per smettere di fumare, ma che certo rappresenta un valido strumento per la riduzione del rischio”. “Si spera che grazie ad una discussione obiettiva – conclude – vengano evitati inutili toni allarmistici sui media, spesso rinfocolati da lobby interessate a frenare la diffusione della sigaretta elettronica”.