SIGARETTE ELETTRONICHE, ANAFE: IL SETTORE GIA’ PAGA IVA E DAZI, LA TASSAZIONE NON DISTRUGGA IL MERCATO

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Roma, 13 maggio 2013

In merito al dibattito scaturito in questi giorni sull’ipotesi di introdurre un’accisa sui liquidi contenenti nicotina per sigarette elettroniche, il presidente Anafe, Associazione Nazionale Fumo Elettronico, Massimiliano Mancini interviene e afferma: “Crediamo che sia importante ricordare che le minori entrate sia per le rivendite che per lo Stato sono in gran parte dovute alla crisi economica, che spinge le persone ad orientarsi su prodotti alternativi quali ad esempio il tabacco trinciato, e soprattutto all’esplosione del fenomeno del contrabbando successiva all’ultimo aumento dell’Iva”. “La contraffazione – prosegue il presidente Anafe, – insieme al contrabbando dei prodotti da tabacco, giunto ormai all’8,5% del totale del consumo di sigarette (dati Kpmg), sono i principali responsabili della diminuzione delle entrate fiscali e per i tabaccai”.

Sul tema, Anafe auspica il sempre più forte intervento preventivo e repressivo da parte dello Stato. Il presidente Mancini inoltre, auspica “l’avvio da parte del governo di un tavolo di analisi e discussione trasparente che veda la partecipazione di tutti gli stakeholders”, per arrivare “a una regolamentazione che valuti costi e benefici, sanitari ed economici, di un nuovo prodotto che non è un metodo per smettere di fumare, ma che certo rappresenta un valido strumento per la riduzione del rischio”.

“Siamo pronti ad accettare una tassazione bilanciata e proporzionata che però non può corrispondere all’introduzione di un’accisa che metterebbe l’intero settore nelle mani dei monopoli e che, di fatto, lo stroncherebbe”. “Le aziende che operano nel settore delle sigarette elettroniche già pagano l’Iva e i dazi sulla merce d’importazione, una nuova tassa non può e non deve ammazzare il business né penalizzare il comparto delle sigarette elettroniche. Auspichiamo una regolamentazione, ma allo stesso tempo una attenta analisi. Troppe tasse ammazzano il mercato e non vorremmo che il settore ne risenta troppo”.