Ansa: Iva, produttori e-cig, decreto legge incostituzionale

Per l’azienda Ovale, produttrice di sigarette elettroniche, “la commercializzazione delle sigarette elettroniche consentita ai soli tabaccai” è “un regalo alle lobby dei tabacchi. Un provvedimento che genera un conflitto di interessi che non giova ai consumatori, perché la sigaretta elettronica nasce come un’alternativa a quella tradizionale. Un provvedimento che comunque è incostituzionale perché mancante dei requisiti di necessità ed urgenza obbligatori nei decreti legge. Per questo motivo Ovale agirà nelle sedi giurisdizionali opportune sia a livello nazionale che europeo per tutelare i diritti di impresa di fronte ad un decreto legge illegittimo”.

 

Ansa: Iva, produttori e-cig, decreto legge incostituzionale

Per l’azienda Ovale, produttrice di sigarette elettroniche, “la commercializzazione delle sigarette elettroniche consentita ai soli tabaccai” è “un regalo alle lobby dei tabacchi. Un provvedimento che genera un conflitto di interessi che non giova ai consumatori, perché la sigaretta elettronica nasce come un’alternativa a quella tradizionale. Un provvedimento che comunque è incostituzionale perché mancante dei requisiti di necessità ed urgenza obbligatori nei decreti legge. Per questo motivo Ovale agirà nelle sedi giurisdizionali opportune sia a livello nazionale che europeo per tutelare i diritti di impresa di fronte ad un decreto legge illegittimo”.

 

Ansa: Sigarette elettroniche: Anafe, governo distrugge settore

“Assistiamo sgomenti al deliberato tentativo da parte del Governo di distruggere il mondo dei produttori, distributori e commercianti del settore della sigaretta elettronica”. Sono le parole di Massimiliano Mancini, presidente di Anafe, l’Associazione Nazionale Fumo Elettronico. E annuncia una manifestazione per martedì 9 luglio. “Imporre l’applicazione dell’imposta pari al 58,5% sul dispositivo, – osserva Mancini – parificando tali prodotti sul piano della tassazione alle sigarette, equivale a mettere sullo stesso piano un prodotto che uccide con uno che fa molto meno male”. E “ancor di più stupisce”, secondo Mancini, che presidente del Consiglio e ministro dell’Economia “possano accettare che il governo in questa situazione diventi strumento di una lobby da sempre garantita, e oggi persino rappresentata in maniera esplicita all’interno della stessa compagine governativa. Lobby il cui unico scopo sembra quello di impedire la concorrenza”.

 

Ansa: Sigarette elettroniche: 58,5% tassa e solo da tabaccai

Una maxi tassa del 58,5% sulle sigarette elettroniche, che vengono così equiparate alle tradizionali ‘bionde’: è una delle misure decise dal governo per bloccare l’aumento Iva dal 22 al 23% fino a ottobre. Nel provvedimento è stabilito anche che le e-cig potranno essere vendute solo dai tabaccai. L’imposta sarà in vigore dal primo gennaio 2014 e sarà applicata sui ”prodotti contenenti nicotina o altre sostanze idonei a sostituire il consumo dei tabacchi lavorati nonché i dispositivi meccanici ed elettronici, comprese le parti di ricambio, che ne consentono il consumo”, cioè cavi Usb e batterie.

 

Il Sole 24 Ore: Iva, è subito assalto alla copertura

Un’operazione da un miliardo e 59 milioni nel 2013. È quella messa in moto per rinviare di tre mesi l’aumento dell’Iva dal Governo. Che per il ministro Flavio Zanonato «punta a una proroga da parte del Parlamento a fine anno» facendo anche leva sulle misure adottate per far ripartire l’economia. Ma, nonostante il decreto varato mercoledì non sia ancora arrivato in Parlamento, è già partito l’assalto, guidato dal Pdl, per cambiare la copertura del mini-rinvio. Una copertura che per il momento arriva per 655,6 milioni dagli aumenti degli acconti Irpef, Ires e Irap, per altri 209 milioni da quello (al 110%) dovuto da aziende e istituti di credito alla tesoreria sulle ritenute sugli interessi e sui redditi di capitale. Ai quali si aggiungono circa 200 milioni di minori spese agendo su funzioni catastali e vari fondi. A cominciare dal Fondo Irap per i professionisti che perde 150 milioni nel 2014 e altri 120 nel 2015. Dulcis in fundo la tassa sulle sigarette elettroniche, che garantirà 117 milioni l’anno a partire però dal 2014 e che dovrebbe andare a sorreggere la struttura contabile del piano occupazione.

 

QN: Sigarette elettroniche, giro di vite, vietate ai minori e nelle scuole

Il ministro segue il Consiglio di Sanità: «Non sono innocue»

Roma, l’ordinanza è il primo passo. Il secondo sarà un intervento legislativo più complesso che contempli anche la disciplina dell’etichettatura e della pubblicità. Le sigarette elettroniche, vera passione degli italiani del Terzo millennio, adesso dovranno fare i conti con qualche restrizione in più. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha firmato l’ordinanza che, recependo il parere del Consiglio superiore di Sanità, vieta la vendita di prodotti contenenti nicotina ai minori di 18 anni. Il medesimo provvedimento, inoltre, introduce il divieto di utilizzo delle sigarette elettroniche all’interno delle istituzioni scolastiche statali e paritarie e dei centri di formazione professionale. Una misura largamente annunciata e confermata, nei giorni scorsi, dallo stesso responsabile del dicastero. «Non vogliamo dire – ha spiegato ieri Lorenzin – che le sigarette elettroniche siano più pericolose della sigaretta normale, ma non vanno utilizzate come strumenti innocui. Bisogna essere informati su che cosa si usa. Un conto sono acqua e aromi, ma se c’è nicotina questa può creare dipendenza». Vietato ‘svapare’ nelle scuole, dunque, e assoluto divieto di vendita agli under 18. Ma la questione non è certo esaurita e il ministero fa sapere che si studiano interventi legislativi per la pubblicità e le etichette. UNA PROMESSA non accolta bene dal Codacons secondo il quale l’ordinanza del ministro è talmente indolore da risultare inutile. Di parere opposto i produttori che giudicano positivamente la mossa del ministro. «L’ordinanza – sostiene Massimiliano Mancini, presidente dell’associazione dei produttori di e-cig, Anafe – è da apprezzare per l’equilibrio che presenta e perché costituisce un altro mattoncino verso una regolamentazione del settore». «Vietare la vendita ai minori – aggiunge Mancini – e l’uso negli edifici scolastici, sono norme di buon senso a differenza dell’assurda tassazione, superiore persino a quella delle sigarette tradizionali, proposta dal governo e che rischia di far chiudere almeno il 60-70% dei punti vendita entro 90 giorni, con una perdita di non meno di 3.000 posti di lavoro». «E per un prodotto – conclude il presidente Anafe – che fa meno male a detta persino dell’Istituto Superiore di Sanità». Il riferimento è alle misure allo studio per compensare il mancato aumento dell’Iva. Tra queste, si parla di una tassa al 58,5% del prezzo di vendita per le e-cig. I produttori, ovviamente, sono preoccupati. Ma lo sono anche i consumatori visto che almeno due milioni di italiani le hanno provate e le usano occasionalmente. I ‘fedelissimi’ che sono passati in toto dalle ‘bionde’ alle elettroniche, sarebbero attorno al mezzo milione. Secondo i dati dell’Anafe i negozi di e-cig, in Italia, sono all’incirca 2.000 per un mercato che, già nel 2013, tocca quota mezzo miliardo di euro. Dietro tutto questo, una decina di aziende con 5.000 addetti.