LA SIGARETTA ELETTRONICA IN ITALIA TRA REGOLAMENTAZIONE E TASSAZIONE. ANAFE-CONFINDUSTRIA E FIESEL-CONFESERCENTI CON LE ISTITUZIONI PER LA PRIMA VOLTA ALLO STESSO TAVOLO

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Roma, 29 ottobre 2013

Un’altra tassa è possibile: questo il messaggio che è emerso nel corso della mattinata di dibattito presso la Sala del Cenacolo del Complesso della Camera dei Deputati di Vicolo Valdina dal titolo “La sigaretta elettronica in Italia, tra regolamentazione e tassazione”. Una giornata di confronto organizzata da Anafe-Confindustria in collaborazione con Fiesel-Confesercenti (le due principali associazioni di categoria che riuniscono i produttori e gli esercenti di sigarette e liquidi per sigarette elettroniche) e che ha visto Governo, Parlamento, Istituzioni e Associazioni di categoria dialogare per la prima volta sul futuro della sigaretta elettronica in Italia.

Presente per il Ministero della Salute il Direttore Generale della Prevenzione, Carlo Ruocco. Per l’Istituto Superiore di Sanità, la direttrice Roberta Pacifici che, nel confermare la minore tossicità delle sigarette elettroniche data l’assenza della combustione del tabacco, ha ribadito l’importanza di una regolamentazione e di certezze sugli effetti per la salute delle sigarette elettroniche nel lungo periodo.

A livello politico hanno assistito all’incontro, numerosi esponenti appartenenti ai diversi schieramenti, tra cui il Presidente della Commissione Cultura della Camera Giancarlo Galan. L’on. Fabio Lavagno (SEL) ha affermato che il legislatore, nell’elaborare la tassazione al 58,5% sulle sigarette elettroniche, non ha fatto audizioni con tutte le parti coinvolte, non ha acquisito le informazioni necessarie per conoscere il mercato di cui stava andando ad occuparsi e, in questo, ha fatto un errore, perseguendo il solo obiettivo di “fare cassa”. L’On. Aris Prodani (Movimento 5 Stelle) ha posto l’accento sul fatto che se l’interesse primario fosse stato la salute dei cittadini “la sigaretta elettronica non avrebbe dovuto subire nessuna tassazione, ma al contrario il Governo avrebbe dovuto sostenere il settore” che ha portato sul mercato un prodotto meno dannoso e che ha creato posti di lavoro e nuove opportunità anche di esportazione.

Infine, l’On. Ignazio Abrignani (Vicepresidente X Commissione Attività Produttive, PDL) ha ricordato il suo impegno volto a sostenere il settore delle sigarette elettroniche presentando un progetto di legge che da un lato regolamenta il settore, e dall’atro gli permette di continuare a crescere e investire, in un momento in cui il nostro Paese ha un grande bisogno di fare impresa. Abrignani ha dichiarato che “anche a costo di scendere di nuovo in piazza” con le categorie dei produttori e distributori di sigarette elettroniche e liquidi per ricariche, combatterà una dura battaglia al Ministero dell’Economia e Finanze affinché questa tassa venga rimodulata e ridimensionata. “Non abbiamo ancora individuato eventuali danni per la salute, quindi resto d’accordo con una normativa che preveda alcune restrizioni. Ma la sigaretta elettronica fa meno male delle sigarette tradizionali, dobbiamo normare la novità e non prendere un settore in crescita e provare ad ammazzarlo con una tassa troppo alta”.

Per il settore delle sigarette elettroniche sono intervenuti i Presidenti delle due associazioni, Massimiliano Mancini per Anafe-Confindustria e Massimiliano Federici per Fiesel-Confesercenti. Per Massimiliano Mancini, presidente di Anafe-Confindustria “il settore della sigaretta elettronica ha bisogno di una regolamentazione a 360 gradi, che parta da una corretta definizione del prodotto e che regolamenti l’intera filiera produttiva e distributiva, passando per una tassazione equilibrata che non distrugga un settore estremamente vitale e nel quale l’Italia è leader europeo e secondo al mondo per capacità produttiva e distributiva”. Per Massimiliano Federici, presidente di Fiesel-Confesercenti “le conseguenze di una normativa che colpisce numerosi giovani imprenditori, oltre a produrre conseguenze dirette ed immediate sull’occupazione, minerà le certezze di una generazione di giovani che avrà imparato e terrà a memoria una dura lezione: in Italia non vale la pena mettersi in gioco e fare impresa nonostante si seguano le regole”.

I diversi interventi che si sono succeduti hanno dunque messo in risalto le criticità di una norma approvata in emergenza l’estate scorsa senza un reale confronto tra le parti coinvolte, suscitando grandi difficoltà di interpretazione e di attuazione, con inevitabili ripercussioni sull’intera filiera.

Il confronto di oggi ha portato alla luce diverse proposte costruttive che si pensa possano essere accolte positivamente anche da Governo e Parlamento.