Italia Oggi: Sigarette elettroniche, tassa e non accisa

Nessuna contrarietà ad una tassa sulle sigarette elettroniche (e-cig), purché questo non avvenga mediante l’applicazione dell’accisa, come per i tabacchi. Questa la proposta dell’Associazione nazionale fumo elettronico (Anafe), in merito alla possibilità, prevista dal decreto pagamenti, di predisporre una tassa ad hoc sul fumo al vapore. A confermare l’orientamento dell’Associazione, Massimiliano Mancini, presidente Anafe, secondo il quale «per la sigaretta elettronica si può pensare a un sistema di tassazione, ma assoggettarla all’accisa come i tabacchi, consegnando il monopolio della vendita a una categoria da sempre garantita, è inaccettabile». Ad oggi infatti, molti tabaccai vendono già le sigarette elettroniche, quindi secondo a quanto risulta all’ Anafe, se verrà imposta la vendita solo mediante i tabaccai, nei primi 30 giorni successivi a tale decisione saranno circa 1.500 i punti vendita specializzati di sigarette elettroniche, sui circa 3 mila esistenti sul territorio, a dover chiudere, con una ricaduta sia in termini di perdita di posti di lavoro di (circa 4 mila addetti), sia in termini di diminuzione di gettito per l’Erario. A confermare l’importanza che sta assumendo il settore, Anafe riporta le dichiarazioni del Professor Umberto Veronesi, secondo cui «il commercio della sigaretta elettronica, potrà far risparmiare al Servizio sanitario nazionale 600 milioni di euro l’anno».

 

 

TMNews: ANAFE, ammanco di 200 mln imputabile a contrabbando

L’associazione Nazionale Fumo Elettronico (ANAFE) reagisce con “sconcerto” alle dichiarazioni del sottosegretario Alberto Giorgetti e di Marco Causi (PD) in merito alla tassazione sulla sigaretta elettronica. Il Presidente dell’ANAFE  Massimiliano Mancini, afferma: “Il sottosegretario Giorgetti parla di un possibile ammanco nelle casse dello Stato di 1 miliardo. A quanto ci risulta, l’ammanco è di 200 milioni di euro e non è da imputare alla sigaretta elettronica, quanto invece ad un contrabbando esploso a seguito dell’ultimo aumento IVA”. “In merito a tassazione e regolamentazione della vendita dei liquidi con nicotina, la questione è veramente economica o siamo di fronte invece ad una lobby che preme fortemente per far assoggettare la sigaretta elettronica al regime di monopolio con la conseguente applicazione delle relative accise?”. Sulla questione della regolamentazione, l`Associazione Nazionale Fumo Elettronico ha le idee chiare: “la sigaretta elettronica non è un dispositivo medico, né è assimilabile alle sigarette tradizionali. Si può pensare ad un sistema di tassazione, ma assoggettarla all`accisa come i tabacchi è inaccettabile a fronte dei milioni di investimenti e delle migliaia di posti di lavoro creati negli ultimi 18 mesi dal settore”.

 

Corriere.it: Sigarette elettroniche, il boom continua

In aumento i consumatori di e-Cig. I produttori: «Una eventuale tassa non ci spaventa». I dubbi degli esperti

Un milione e mezzo di “svapatori”, circa il 15% dei fumatori italiani. E il fenomeno sembra destinato a crescere. Perché sono tanti quelli che, dopo aver provato la sigaretta elettronica, hanno diminuito il consumo personale di tabacco attraverso il passaggio al nuovo fumo, totale (sostituzione con i pacchetti di bionde) o parziale. «Non prevediamo una riduzione di clienti, l’eventuale tassa ipotizzata dal governo non ci spaventa», afferma Massimiliano Mancini, presidente di Anafe, l’associazione che rappresenta i produttori di questi piccoli e popolarissimi strumenti che hanno rivoluzionato il concetto di fumo. Proprio lunedì la prospettiva di una accisa sulle elettroniche contenenti nicotina, che assorbono l’80% del mercato, il 10% costituito da quelle a base di acqua e aromi, è tramontata ma non si escludono nuove riformulazioni. Il boom è cominciato la scorsa estate a tre anni dall’avvento sul mercato italiano.

Continua a leggere l’articolo QUI

 

 

Adnkronos: Anafe d’accordo con Fit, ma crollo entrate per contrabbando e crisi

L’Associazione nazionale fumo elettronico (Anafe) condivide le preoccupazioni della Fit sul rischio di chiusura delle tabaccherie, ma sottolinea come le minori entrate siano in gran parte dovute alla crisi economica, che spinge le persone ad orientarsi su prodotti alternativi, quali ad esempio il tabacco trinciato, e all’esplosione del contrabbando successiva all’aumento dell’iva. “Contraffazione – dice il presidente Anafe, Massimiliano Mancini – e contrabbando sono i principali responsabili della diminuzione delle entrate fiscali e per i tabaccai. Sul tema Anafe auspica il sempre più forte intervento preventivo e repressivo da parte dello Stato”. Anafe esprime comunque sorpresa per le posizioni di Fit, “considerando – continua Mancini – che da settimane sono in corso contatti che avevano consentito di raggiungere un’intesa di massima su una proposta comune di vendita dei liquidi con nicotina, nell’ottica di una tassazione equa e bilanciata”. Il inoltre, auspica “l’avvio da parte del governo di un tavolo di analisi e discussione” per arrivare “a una regolamentazione che valuti costi e benefici, sanitari ed economici, di un nuovo prodotto che non è un metodo per smettere di fumare, ma che certo rappresenta un valido strumento per la riduzione del rischio”.

 

Adnkronos: Anafe, su sigarette elettroniche auspichiamo dibattito trasparente

“In riferimento alle istanze presentate oggi dalla Federazione italiana tabaccai, con cui auspichiamo un confronto aperto e trasparente, ci auguriamo che un eventuale intervento da parte dello Stato sulle sigarette elettroniche possa prima passare per un’attenta osservazione di vantaggi e svantaggi del dispositivo anche in ottica di salute e costi sanitari, e che al riguardo venga effettuato un trasparente dibattito sia a livello governativo che parlamentare”. Lo afferma Massimiliano Mancini, presidente di Anafe (Associazione nazionale fumo elettronico). “Per quanto riguarda i liquidi per le sigarette elettroniche, ovviamente solo per quelli contenenti nicotina, pensiamo si possa arrivare a una tassazione equa e bilanciata – sottolinea – che permetta a questi nuovi prodotti di continuare ad essere economicamente accessibili per i consumatori che, in Italia, sono gia’ piu’ di un milione. Il 10% circa del totale dei fumatori ha trovato nella sigaretta elettronica un’alternativa al fumo tradizionale, con meno rischi per la salute, e ci auguriamo che lo Stato non voglia impedire ai consumatori di utilizzare questa valida alternativa, ne’ stroncare un mercato che, ricordiamo, nel 2012 ha realizzato un fatturato di circa 350 milioni di euro con l’apertura di circa 1.500 punti vendita e l’impiego di un totale di circa 4.000 persone (escluso l’indotto)”. “Tutto cio’ mentre nei primi due mesi del 2013 – conclude – sono scomparsi quasi 10mila esercizi commerciali in Italia (dato Confesercenti). Viene in mente cio’ che diceva Reagan su come di solito si comporta lo Stato rispetto al nuovo: se qualcosa si muove, tassala; se continua a muoversi, regolala; e se si ferma, sussidiala. Ecco, speriamo che nel nostro settore non si debba arrivare alla terza fase a causa delle prime due”.

 

 

 

Adnkronos: Anafe, su sigarette elettroniche auspichiamo trasparente dibattito

Roma, 23 apr. (Labitalia) – “In riferimento alle istanze presentate oggi dalla Federazione italiana tabaccai, con cui auspichiamo un confronto aperto e trasparente, ci auguriamo che un eventuale intervento da parte dello Stato sulle sigarette elettroniche possa prima passare per un’attenta osservazione di vantaggi e svantaggi del dispositivo anche in ottica di salute e costi sanitari, e che al riguardo venga effettuato un trasparente dibattito sia a livello governativo che parlamentare”. Lo afferma Massimiliano Mancini, presidente di Anafe (Associazione nazionale fumo elettronico).

Continua a leggere l’articolo QUI

 

Adnkronos: Anafe, gli affari delle sigarette elettroniche non vanno in fumo

Tra polemiche, moda e serrate dei tabaccai, gli affari delle sigarette elettroniche non vanno in fumo. Con 350 milioni di fatturato previsto per il 2013 e circa 4.000 addetti tra strutture commerciali e produzione diretta, quello delle sigarette elettroniche è un business sempre più forte. I numeri, rileva Anafe, Associazione nazionale fumo elettronico, dimostrano che in Italia sta diventando un vero e proprio must tra chi vuole dire addio a cenere e fumo, convertendo il 10% di fumatori in svapatori pari a un milione di persone, e che ha indotto gli operatori del settore a fondare un’associazione ad hoc. “Abbiamo deciso di unirci – spiega a Labitalia Massimiliano Mancini, presidente Anafe, Associazione nazionale fumo elettronico – per essere ascoltati dall’autorità, in quanto vorremmo contribuire a diffondere la giusta informazione su questa tecnologia rivoluzionaria, dal punto di vista sanitario e sociale. E’ un’ottima alternativa – fa notare – al modo di fumare tradizionale e non crea danni, anche se siamo contrari a ‘medicalizzare’ un prodotto che non è nato come una medicina”. “La sigaretta elettronica – continua Mancini – è un’invenzione cinese, diffusa in pochi anni in tutto il mondo e funziona perchè è un dispositivo semplice da usare ed estremamente intuitivo. Mantiene la ritualità al quale il fumatore è abituato e avendo un piccolo dispositivo permette la creazione di una nebbia colloidale o aerosol che poi viene chiamato erroneamente fumo. Si genera, quindi, una sostanza simile al fumo, pur non essendo fumo perchè non è creata da alcun tipo di combustione”. – E fumare la sigaretta elettronica può anche essere ‘goloso’. “Lo svapatore – assicura Massimiliano Mancini – può fumare assaporando degli aromi che poco hanno a che vedere con la nicotina. Ci sono persone che hanno piacere a svapare il tiramisù piuttosto che banana, fragola, arancia o vaniglia tanto per ricordarne alcuni”. “Si possono anche fare – suggerisce il presidente Anafe – miscele personalizzate, mantenendo appunto la ritualità del fumatore staccandosi però dalla dipendenza al gusto della nicotina”. “Diversi studi internazionali – ricorda – pongono la sigaretta elettronica2-3mila volte al di sotto della dannosità che viene generata dalla combustione del tabacco. E poi, al di là dei proclami del marketing da chi opera nel settore, è sufficiente chiedere a chiunque è diventato uno svapatore quali sono le sue sensazioni dopo aver cambiato. Nel 99% dei casi, sono positivi sia dal punto di vista del rigore fisico che della praticità. E non ultimo anche economico, perchè sia la sigaretta elettronica che le ricariche sono molto più economiche delle sigarette tradizionali, perchè non sono gravate da accise o da tasse specifiche”.