TAR VENETO BOCCIA DIVIETO E-CIG NEI PARCHI E LUOGHI PUBBLICI. SODDISFATTA ANAFE: “ADESSO UNA NORMATIVA NAZIONALE”

testata

Roma, 15 luglio 2013

Il Tar del Veneto ha oggi accolto con ordinanza la richiesta di ANAFE (Associazione Nazionale Fumo Elettronico) di sospensiva dell’applicazione del Regolamento approvato dal Comune di Malo (Vicenza), con cui è stato imposto il divieto di fumo delle sigarette elettroniche nei parchi e luoghi pubblici.

Il TAR ha stabilito che il provvedimento impugnato “appare carente di motivazione, in particolare in ordine alla mancata distinzione fra sigaretta elettronica con principio nicotinico e no, nonché riguardo all’estensione del divieto ai parchi gioco”.

Con la consulenza legale dello studio Simmons & Simmons, infatti, alcuni mesi fa l’Associazione ha effettuato questo primo ricorso, cui ne seguiranno altri in altre Regioni d’Italia, volto a riaffermare che la competenza esclusiva in materia appartiene al legislatore nazionale, e ANAFE è fiduciosa di poter vedere accolte presso tutte le aree del paese interessate le proprie istanze. Per le stesse ragioni è stata sollevata la questione di costituzionalità.

L’Associazione, che da mesi chiede alle istituzioni una regolamentazione ad hoc per il settore che includa anche le norme relative all’utilizzo delle sigarette elettroniche, contestando ogni assimilazione del vapore derivante dalla sigaretta elettronica al fumo tradizionale esprime dunque soddisfazione “per questa prima vittoria rappresentata dalla decisione del Tar Veneto che” auspica il presidente ANAFE “metterà fine al fiorire di ordinanze che si riscontra nel nostro paese, con comuni che trattano la e-cig alla stregua di sigarette tradizionali e aree in cui invece non si prevedono – giustamente – restrizioni di alcun tipo, se non quelle previste dalle recenti e condivisibili ordinanze del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin sul divieto di vendita di sigarette elettroniche ai minori e sull’uso delle stesse nelle scuole”.

“Nelle ultime settimane le sigarette elettroniche sono state al centro del dibattito a causa della tassa al 58,5% imposta dal DL IVA e Lavoro contro la quale siamo scesi in piazza martedì scorso” conclude Mancini “ma nel frattempo continuano a mancare nel nostro paese le regole sull’utilizzo di questi dispositivi e ogni amministrazione locale si organizza a modo suo, senza criteri comprensibili e a svantaggio di consumatori e operatori del settore”.

 

ANAFE: “IL DL OCCUPAZIONE STA LASCIANDO SENZA LAVORO MIGLIAIA DI PERSONE”. L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE FUMO ELETTRONICO IN PIAZZA MONTECITORIO CONTRO LA TASSAZIONE IMPOSTA DAL GOVERNO

testata

Roma, 9 luglio 2013

L’Associazione Nazionale Fumo Elettronico (ANAFE) è scesa oggi in piazza, di fronte a Palazzo Montecitorio, per dire no alla tassa sulla sigaretta elettronica prevista dal Dl lavoro e Iva con lo slogan “NON SIAMO FUMO”.

Centinaia di persone hanno raggiunto la capitale per protestate contro la tassazione del 58,5% applicata a tutti i prodotti legati al dispositivo – dai liquidi, alle batterie, ai cavi per la ricarica – che, secondo gli operatori, ucciderà l’intero settore e causerà, oltre che la perdita di milioni di euro, la chiusura di oltre i 2/3 delle aziende impegnate nel settore e la disoccupazione di altrettante persone impiegate. Parliamo di circa 2.000 punti vendita che chiuderanno e di oltre 3000 persone che non avranno più un lavoro.

“Questo decreto, nato per creare occupazione e rimettere in moto il mercato del lavoro, a causa della totale incompetenza sul settore dimostrata dal Governo, non sta producendo altro che l’effetto contrario, in nome di un presunto incasso per lo Stato e di cifre che non sono ancora mai state dimostrate” denuncia Massimiliano Mancini, presidente di ANAFE.

“Nonostante le continue richieste fatte al Governo attraverso la stampa e attraverso una fiduciosa e collaborativa attività di relazioni con le istituzioni per essere ricevuti ad illustrare la propria posizione” prosegue il presidente Mancini “l’esecutivo ha deciso di fare da solo, senza conoscere il mercato nel quale stava mettendo le mani, facendo finta di non sapere che la sigaretta elettronica fa meno male del fumo tradizionale e non mostrando attenzione né interesse per il gran numero di italiani che negli ultimi 18 mesi in questo nuovo modo di fumare ha creduto e investito”.

Prevedere una tassazione ai fini di una copertura “in mancanza di dati e rilevazioni ufficiali” e “sulla base di valutazioni tuttora di natura induttiva” – così si legge nella relazione del Governo al DL – continua il Presidente, “oltre ad essere incosciente è incomprensibile. Una tassazione troppo elevata non potrà in alcun modo neppure ad avvicinarsi ai 117milioni che lo Stato si aspetta di incassare. Se il Governo avesse risposto alle richieste di incontro del mondo dei produttori e dei distributori di sigarette elettroniche e avesse avviato una consultazione pubblica sulla regolamentazione, queste migliaia di prossimi disoccupati, queste migliaia di negozi che a breve chiuderanno e questa stessa manifestazione semplicemente non ci sarebbero”.

 

ANAFE: 9 LUGLIO MANIFESTAZIONE DI PROTESTA A PIAZZA MONTECITORIO

testata

Roma, 2 Luglio 2013

“Non siamo fumo”, martedì 9 luglio dalle 9:00 alle 13:00 produttori e distributori di sigarette elettroniche di fronte al Parlamento contro questa tassazione che ucciderà il settore

Per il prossimo 9 luglio l’Associazione Nazionale Fumo Elettronico (ANAFE) ha indetto una manifestazione di protesta di fronte alla Camera dei Deputati volta a sensibilizzare Governo, Parlamento e opinione pubblica sulla necessità di rivedere l’ultimo provvedimento che ha imposto per le sigarette una tassazione che strozzerà nel giro di poche settimane un mercato fino ad oggi fiorente.

Slogan della manifestazione: “NON SIAMO FUMO. Non fate evaporare i nostri investimenti”, uno messaggio che vuole ribadire l’assurdità di una tassazione che in sostanza ha equiparato le sigarette elettroniche alle sigarette tradizionali non tenendo conto del fatto che si tratta di una alternativa al tabacco che fa meno male, che porterà ad un risparmio sostanziale per lo Stato in termini di spese sanitarie e soprattutto che ha dato vita ad un mercato che in poco più di un anno ha permesso la nascita di un mondo fatto di 3.000 imprese e 5.000 persone che hanno investito cifre importanti, spesso frutto di liquidazioni da lavoro perso, e in gran parte ancora da recuperare. Persone che hanno affittato negozi vuoti mentre tutti li chiudono, assunto giovani in un momento in cui tutti licenziano, che pagano abbondanti tasse e dazi doganali. Persone che hanno un’attività, un lavoro, che rischia seriamente di andare in fumo.

Il presidente di ANAFE Massimiliano Mancini commenta: “Il Governo sembra non avere minimamente idea delle conseguenze di ciò che sta facendo. Imporre l’applicazione dell’imposta pari al 58,5% sul dispositivo, sulle parti di ricambio dello stesso – compresi cavi USB e batterie come quelle dei cellulari – e sulle ricariche, parificando tali prodotti sul piano della tassazione alle sigarette, equivale a mettere sullo stesso piano un prodotto che uccide con uno che fa molto meno male. Un concetto questo riaffermato da soggetti quali l’Istituto Superiore di Sanità, dal prof. Umberto Veronesi e tanti altri”.

 

ANAFE: TASSAZIONE E-CIG DEL 58,5%, SE CONFERMATA E’ ASSURDITA’

testata

Roma, 26 giugno 2013

L’Associazione Nazionale Fumo Elettronico annuncia battaglia sulla eventuale tassazione del 58,5% da applicare alla sigaretta elettronica e alle ricariche contenuta nel decreto varato oggi dal Consiglio dei Ministri.

Il Presidente dell’associazione Massimiliano Mancini ha dichiarato che “se confermate le anticipazioni a mezzo stampa, significherebbe che questo Governo non ha minimamente idea di ciò che sta facendo e per rinviare di 3 mesi l’aumento sull’IVA impone una tassazione del 58,5% sulla e-cig e sulle ricariche indipendentemente dalla presenza di nicotina”.

Inoltre, l’associazione contesta la misura del Governo perché sul tema, nonostante le dichiarazioni, non è stata fatta nemmeno una consultazione, che sarebbe stata utile principalmente al Governo per comprendere un settore di cui dimostra di non avere idea del funzionamento. “ANAFE ha realizzato uno studio su una tassazione di scopo proporzionale alla nicotina presente nelle ricariche che verrebbe accompagnata da una regolamentazione complessiva ed equilibrata dell’intero settore, garantendo equità fiscale, risorse per lo Stato, sviluppo occupazionale e sicurezza per i consumatori”.

Il Presidente Mancini, esprimendo la volontà di un settore che ha investito milioni di euro e aperto migliaia di negozi, si dice pronto ad una battaglia in Parlamento “perché una tassazione così elevata è un’assurdità. Tassare un dispositivo, la sigaretta elettronica, che risponde alle medesime normative dei cellulari e le ricariche per e-cig non contenenti nicotina lascia intendere che la tassa non serve a scoraggiare i fumatori ma solo a battere cassa. Pensa forse il Governo di poter finanziare le nuove spese con una tassa sulle e-cig? Non comprende che tale tassazione non può garantire le entrate necessarie, visto che nel 2012 il fatturato complessivo del settore è stato di 350 milioni di euro? Inoltre l’eccesso di tassazione su e-cig e ricariche distruggerà la filiera italiana (un’eccellenza in Europa) in quanto sarà facilmente aggirabile da parte degli operatori stranieri attraverso la vendita online attraverso canali internazionali spesso non tracciabili e di cui non può essere garantita la sicurezza”.

Infine ANAFE dichiara che se una tassazione così alta dovesse essere approvata si andrebbe verso la chiusura di almeno il 60-70% dei punti vendita entro 90 giorni, con una perdita di non meno di 3.000 posti di lavoro e di tutte le tasse e i contributi da questi pagati in termini di IVA, IRPEF, IRES, contributi pensionistici e dazi doganali. “Con una tassazione così congegnata, non accompagnata da una regolamentazione del settore, lo Stato si troverà con entrate assai minori di quanto previsto, facendo saltare la copertura sul provvedimento di rinvio dell’IVA”.

 

SIGARETTA ELETTRONICA: PRODUTTORI, REGOLE E CONTROLLI SUI PRODOTTI SONO FONDAMENTALI

testata

Roma, 13 giugno 2013

Serve un sistema normativo coerente e controlli stringenti sulle sigarette elettroniche importate dall’estero e commercializzate con minori controlli come su Internet”, questo l’appello dell’associazione dei produttori ANAFE dopo l’indagine del Salvagente che ha svelato la presenza di metalli pesanti e tossici nei liquidi di alcune e-cigarettes. “Qui in Italia – precisa Massimiliano Mancini, presidente ANAFE – lavoriamo con elevati standard di sicurezza, i nostri prodotti sono sicuri e rappresentano l’80% del mercato”.

“Certamente – prosegue Mancini – ci sono anche prodotti importati dall’estero, spesso senza o con scarsi controlli, che costano meno ma che possono presentare dei rischi, per la nostra come per tutte le altre categorie merceologiche. Arrivano da Cina, Polonia, India, Croazia, Russia… Un import selvaggio facilitato dalla mancanza di regole”.

Il Presidente Mancini prosegue invitando i consumatori a scegliere il prodotto cercando i marchi più noti, tracciabili, con tutte le informazioni sull’azienda, piuttosto che rivolgersi a siti web spesso anonimi dietro cui non si sa chi si celi, per risparmiare qualche euro”.

Il Presidente Mancini ritiene infine necessario “che le istituzioni stabiliscano un controllo rigido dei prodotti immessi sul mercato, auspicando però che non si arrivi ad una caccia alle streghe. La sigaretta elettronica costituisce una rivoluzione per i fumatori. Infatti come ha dichiarato il Prof. Tirelli, direttore del dipartimento di oncologia medica dell’Istituto Tumori di Aviano, se si riducesse del 10% il fumo di sigaretta cancerogena e lo si sostituisse con la sigaretta elettronica, si potrebbero avere 3000 morti in meno l’anno e questo solo per i tumori del polmone e in Italia”.

Affinché si possano trovare sul mercato prodotti di qualità, ANAFE è sempre stata d’accordo ad una limitazione alla vendita della sigaretta e dei liquidi ai soli punti vendita autorizzati secondo criteri stabiliti da una legge ad hoc per il settore delle e-cig.

 

SIGARETTE ELETTRONICHE, ANAFE: IL SETTORE GIA’ PAGA IVA E DAZI, LA TASSAZIONE NON DISTRUGGA IL MERCATO

testata

Roma, 13 maggio 2013

In merito al dibattito scaturito in questi giorni sull’ipotesi di introdurre un’accisa sui liquidi contenenti nicotina per sigarette elettroniche, il presidente Anafe, Associazione Nazionale Fumo Elettronico, Massimiliano Mancini interviene e afferma: “Crediamo che sia importante ricordare che le minori entrate sia per le rivendite che per lo Stato sono in gran parte dovute alla crisi economica, che spinge le persone ad orientarsi su prodotti alternativi quali ad esempio il tabacco trinciato, e soprattutto all’esplosione del fenomeno del contrabbando successiva all’ultimo aumento dell’Iva”. “La contraffazione – prosegue il presidente Anafe, – insieme al contrabbando dei prodotti da tabacco, giunto ormai all’8,5% del totale del consumo di sigarette (dati Kpmg), sono i principali responsabili della diminuzione delle entrate fiscali e per i tabaccai”.

Sul tema, Anafe auspica il sempre più forte intervento preventivo e repressivo da parte dello Stato. Il presidente Mancini inoltre, auspica “l’avvio da parte del governo di un tavolo di analisi e discussione trasparente che veda la partecipazione di tutti gli stakeholders”, per arrivare “a una regolamentazione che valuti costi e benefici, sanitari ed economici, di un nuovo prodotto che non è un metodo per smettere di fumare, ma che certo rappresenta un valido strumento per la riduzione del rischio”.

“Siamo pronti ad accettare una tassazione bilanciata e proporzionata che però non può corrispondere all’introduzione di un’accisa che metterebbe l’intero settore nelle mani dei monopoli e che, di fatto, lo stroncherebbe”. “Le aziende che operano nel settore delle sigarette elettroniche già pagano l’Iva e i dazi sulla merce d’importazione, una nuova tassa non può e non deve ammazzare il business né penalizzare il comparto delle sigarette elettroniche. Auspichiamo una regolamentazione, ma allo stesso tempo una attenta analisi. Troppe tasse ammazzano il mercato e non vorremmo che il settore ne risenta troppo”.

 

TABACCO: ANAFE D’ACCORDO CON FIT, MA RESPONSABILITA’ CROLLO ENTRATE E’ DI CONTRABBANDO E CRISI

testata

Roma, 6 maggio 2013

L’Associazione Nazionale Fumo Elettronico condivide le preoccupazioni della FIT sul rischio di chiusura delle tabaccherie, ma sottolinea come le minori entrate sia per le rivendite che lo Stato siano in gran parte dovute alla crisi economica, che spinge le persone ad orientarsi su prodotti alternativi quali ad esempio il tabacco trinciato, e principalmente all’esplosione del contrabbando successiva all’aumento dell’IVA. “Contraffazione, insieme al contrabbando dei prodotti da tabacco, giunto ormai all’8,5% del totale del consumo di sigarette (dati Kpmg), sono i principali responsabili della diminuzione delle entrate fiscali e per i tabaccai. Sul tema ANAFE auspica il sempre più forte intervento preventivo e repressivo da parte dello Stato”.

ANAFE esprime comunque sorpresa per le posizioni di FIT, considerando che da settimane sono in corso contatti che avevano consentito di raggiungere un’intesa di massima su quella che potrebbe essere una proposta comune ai fini di un sistema di vendita organizzato dei liquidi con nicotina, nell’ottica di una tassazione equa e bilanciata. Un sistema in grado di salvaguardare l’occupazione dei tabaccai – la cui vasta rete sarebbe un ottimo strumento per la diffusione della sigaretta elettronica – e delle migliaia di negozi aperti negli ultimi 18 mesi, e capace di evitare al mercato di finire verso l’illegalità, come purtroppo già accaduto per quello delle sigarette.

“Già oggi molti tabaccai vendono le sigarette elettroniche e le relative ricariche. ANAFE ritiene però che se si imporrà la vendita solo mediante i tabaccai, nei primi 30 giorni successivi a tale decisione saranno più di 1.500 i punti vendita specializzati di sigarette elettroniche – sui circa 3.000 esistenti sul territorio – a dover chiudere. La ricaduta in termini di perdita di posti di lavoro sarebbe di circa 4.000 addetti, con un’età media di circa 30 anni, oltre alle minori entrate per lo stato in termini di imposte, tasse e contributi”.

Il presidente Mancini infine, auspica ”l’avvio da parte del Governo di un tavolo di analisi e discussione trasparente che veda la partecipazione di tutti gli stakeholders”, per arrivare ”ad una regolamentazione che valuti costi e benefici – sanitari ed economici – di un nuovo prodotto che non è un metodo per smettere di fumare, ma che certo rappresenta un valido strumento per la riduzione del rischio”. “Si spera che grazie ad una discussione obiettiva – conclude – vengano evitati inutili toni allarmistici sui media, spesso rinfocolati da lobby interessate a frenare la diffusione della sigaretta elettronica”.

 

E-CIG, ANAFE: “SU SICUREZZA E PER CONTRASTARE LA CONTRAFFAZIONE AUSPICHIAMO L’AVVIO DA PARTE DEL GOVERNO DI UN TAVOLO DI ANALISI E DISCUSSIONE”

testata

Roma, 26 aprile 2013

“I risultati delle analisi commissionate dal PM Raffaele Guariniello pongono ancora una volta in rilievo i rischi derivanti dalla contraffazione dei prodotti, una piaga che – oltre a quello dei liquidi per sigarette elettroniche – colpisce anche molti altri settori in Italia. Contraffazione, insieme al contrabbando dei prodotti da tabacco, giunto ormai all’l’8,5% del totale del consumo di sigarette (dati KPMG) – sono i principali responsabili della diminuzione delle entrate fiscali, e su questi si auspica il sempre più forte intervento preventivo e repressivo da parte dello Stato”. Massimiliano Mancini, Presidente dell’Associazione Nazionale Fumo Elettronico (ANaFE), che riunisce oltre l’80% degli operatori di mercato, riafferma con forza l’importanza per i cittadini – consumatori di rivolgersi solo ai rivenditori autorizzati. “Come tutti i prodotti per i quali è autorizzata la vendita solo in presenza dell’etichetta con marchio Ce, anche i flaconcini per le ricariche delle sigarette elettroniche sono sottoposti ad attenti controlli da parte delle autorità competenti. I consumatori devono poter esercitare il proprio diritto all’acquisto di prodotti sicuri in luoghi autorizzati e la nostra Associazione appoggerà, come ha fatto fino ad ora, tutte le azioni volte ad eliminare il pericoloso ed estremamente dannoso fenomeno della contraffazione, collaborando in maniera attiva affinché vengano fermati e puniti coloro che esercitano attività criminali nei confronti della salute dei cittadini”.

Il presidente Mancini infine, auspica “l’avvio da parte del Governo di un tavolo di analisi e discussione trasparente che veda la partecipazione di tutti gli stakeholders, con un confronto che passi anche per le aule del Parlamento, ma non attraverso interventi semplicistici attraverso emendamenti che metterebbero solo a rischio investimenti e posti di lavoro, senza alcun beneficio per le entrate dello Stato e per la salute pubblica. Un tavolo il cui obiettivo dovrebbe essere quello di una regolamentazione bilanciata che valuti costi e benefici – sanitari ed economici – di un nuovo prodotto che non è un metodo per smettere di fumare, ma che certo rappresenta un valido strumento per la riduzione del rischio. Si spera che grazie ad una discussione obiettiva vengano evitati inutili toni allarmistici”.