E-cig, tassa sospesa e rinviata alla consulta. Soddisfazione di ANAFE-Confindustria

E-CIG, TASSA SOSPESA E RINVIATA ALLA CONSULTA. SODDISFAZIONE DI ANAFE-CONFINDUSTRIA

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Roma, 16 dicembre 2015

E’ stata pubblicata l’Ordinanza del TAR del Lazio n. 14185 che ha disposto il rinvio alla Corte Costituzionale dell’imposta di consumo sui liquidi per sigarette elettroniche stabilita dal D.lgs 188/2014, poi fissata, con il provvedimento n.394 dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ad euro 0,373 per ml. Già negli scorsi mesi il TAR aveva disposto la sospensiva per l’imposta in questione per i liquidi non contenenti nicotina.

Questo rinvio alla Consulta viene accolto con grande soddisfazione da parte di ANAFE Confindustria, Associazione Nazionale Fumo Elettronico che, per voce del presidente Massimiliano Mancini, commenta: “Sembra la replica di un film gia’ visto, un rinvio per troppi versi simile, viste le pesanti motivazioni, a quello relativo alla precedente legge che la Corte ha poi stabilito essere incostituzionale. Si tratta per il settore di un segnale estremamente importante – prosegue Mancini – ma c’e’ anche un forte rammarico da parte nostra per il tempo che, a questo punto si può dire, si e’ perso a tutti i livelli, non solo politico e istituzionale, ma anche industriale. Questa e la precedente normativa fiscale hanno infatti frenato in maniera speriamo non irreparabile i nostri investimenti e i progressi che questo mercato, in crescita in tutto il mondo, avrebbe potuto fare negli ultimi tre anni”.

“Il fallimento dell’attuale sistema impositivo confermato da questo rinvio alla Corte Costituzionale è testimoniato infatti dai numeri” spiega Mancini riferendosi alla relazione tecnica al Dlgs 188/2014 che prevedeva per lo Stato entrate pari a 115 milioni di Euro. “Non solo avevamo preavvertito le istituzioni in audizione lo scorso anno, ma già l’estate scorsa” ricorda Mancini “il MEF aveva dichiarato infatti che nel primo semestre del 2015 erano entrati solamente 3,5 milioni di Euro: è evidente quanto questa cifra fosse ampiamente inferiore alle aspettative”.

In attesa della pronuncia della Consulta, ANAFE-Confindustria reputa piu’ che mai necessario trovare una soluzione condivisa con le istituzioni, che permetta da un lato di rilanciare il mercato legale delle sigarette elettroniche e dall’atro di ottenere, per lo Stato, sufficienti entrate per l’erario.

“Dopo tre anni di lotta siamo sempre allo stesso punto: le aziende hanno perso competitività sul mercato nazionale ed estero, lo Stato italiano – unico in Europa col Portogallo ad aver imposto una tale imposta – non ha mai incassato quanto previsto a causa di un mercato volato all’estero, e i consumatori sono danneggiati da una scarsa offerta e da prezzi che rischiano di diventare sempre meno competitivi rispetto al mercato illecito e al tabacco tradizionale in maniera indubbia riconosciuto come molto più dannoso delle sigarette elettroniche. Non possiamo che sottolineare la differenza col Regno Unito, dove il Primo Ministro David Cameron proprio oggi si è esposto pubblicamente a favore delle e-cig quale supporto nella lotta al tabagismo”.

Cio’ che le aziende e l’intero settore chiede è dunque di essere rimesso nelle condizioni di operare in condizioni di equità fiscale e “visto che proprio in questi giorni si sta chiudendo l’iter di approvazione del DDL Stabilità 2016 – conclude il Presidente Mancini – auspichiamo che il Governo considerasse l’ipotesi di presentare un emendamento in Aula che disciplini in maniera questa volta davvero adeguata gli aspetti fiscali relativa ai liquidi per sigarette elettroniche. La dubbia costituzionalità di tutti i provvedimenti che si sono susseguiti sulle e-cig forse dovrebbe cominciare a far riflettere sugli errori ripetuti e sull’unica soluzione possibile: un’imposta equa e basata sulla nicotina, sperando vengano evitate nuove fantasiose e inapplicabili soluzioni”.

 

Sigarette Elettroniche: ANFE-Confindustria e FIESEL-Confesercenti a sostegno dell’EFVI, svapatori da tutta Italia in protesta davanti al MEF

 

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Roma, 7 luglio 2015

Le due principali associazioni di categoria del settore italiano delle sigarette elettroniche, ANAFE-Confindustria e FIESEL-Confesercenti, sostengono le motivazioni che hanno portato oggi in piazza, di fronte alla sede del MEF di via XX Settembre, l’EFVI Italia (European Free Vaping Initiative) – associazione che riunisce migliaia di svapatori in tutta Italia – in difesa del mercato e della libertà di svapo, un problema sentito in tutta Europa ma in cui l’Italia rappresenta un esempio negativo.

Le due associazioni condividono pienamente lo scopo dell’iniziativa, quello cioè di denunciare lo stato di profonda crisi in cui versa, ormai da due anni, il settore dell’e-cig, crisi che inevitabilmente ricade sui consumatori che non solo vedono aumentare i prezzi, ma anche ridursi il numero di punti vendita e il moltiplicarsi di siti web esteri ed illegali, che vendono prodotti spesso di dubbia provenienza senza pagare alcuna tassa in Italia e capaci di intaccare persino le entrate dei tabaccai, che da pochi mesi hanno iniziato anch’essi la vendita di sigarette elettroniche.

Come ribadito da mesi da Anafe-Confindustria e da Fiesel-Confesercenti, tale situazione è frutto dell’introduzione dell’imposta ex Decreto – Legge 28 giugno 2013, n. 76 (convertito in legge 9 agosto 2013, n. 99) che fissava una tassa sulle sigarette elettroniche del 58,5% del prezzo di vendita (dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale), e dal riordino della disciplina avvenuta con Decreto Legislativo 188/2014 che ha stabilito un tributo sui liquidi con o senza nicotina pari a Euro 3,73 per 10ml di ricarica, di fatto addirittura superiore all’imposta precedente, concedendo invece ad un prodotto del tabacco definito “da inalazione senza combustione” – senza nemmeno uno studio indipendente reso pubblico che escluda la combustione – una tassazione di fatto incredibilmente inferiore a quella delle e-cig.

Per le due associazioni impegnate attivamente nella tutela del settore, a cui appartengono tramite azioni di sensibilizzazione e comunicazione nei confronti di media e istituzioni, questa manifestazione è stata l’occasione per ribadire con forza che, nonostante i tentativi di distruggere il settore con provvedimenti altamente lesivi ed ingiusti, il mondo dello svapo è ancora vivo – in crescita del 30% negli ultimi 6 mesi, ma sull’online estero – e necessita di una revisione urgente delle norme fiscali per consentire al mercato legale di svilupparsi ed allo Stato di incassare il dovuto.

Anafe-Confindustria e Fiesel-Confesercenti ricordano inoltre i danni provocati all’occupazione da questo disordinato susseguirsi di regolamentazioni fiscali inique e mal costruite: in due anni si è passati da circa 6.000 a circa 600 persone impiegate a livello commerciale e si è fatto perdere soldi ad aziende, negozi ed Erario. E le prossime scadenze, tra cui il recepimento della Direttiva tabacchi, rischiano di peggiorare ulteriormente la situazione per il mercato legale se verranno adottate norme ancora più stringenti di quelle imposte dall’Unione Europea.

Anafe-Confindustria e Fiesel-Confesercenti dichiarano infine che giornate e iniziative spontanee come quella di oggi dimostrano che le Istituzioni dovrebbero prendere in considerazione il settore delle sigarette elettroniche e tutelarne il mercato. Un mercato che, a differenza del tabacco, in calo in tutto il mondo, può contribuire a migliorare la qualità della vita di milioni di cittadini facendo risparmiare allo Stato risorse attualmente stanziate per curare i danni causati dal fumo.

 

ISS, Mancini, ANAFE: “Dati su svapatori non tengono conto di enorme mercato illegale causata da maxi tassa e-cig”

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Roma, 29 maggio 2015

Nella giornata di presentazione da parte dell’Istituto Superiore di Sanità del Rapporto Annuale sul Fumo in Italia, ANAFE-Confindustria, Associazione Nazionale Fumo Elettronico, tiene a ribadire, commentando i dati dell’ISS, le difficoltà che questo settore ha trovato e continua ancora oggi a trovare nel nostro pase a causa di una legislazione che ha come unico risultato l’illegalità e la messa a rischio del consumatore.

Se è vero che la riduzione del numero di punti vendita è stata sostanziale, ANAFE-Confindustria sottolinea invece che il numero di svapatori abituali e occasionali non sia diminuito, al contrario secondo le analisi sui dati delle aziende è cresciuto fino a oltre 800.000 in tutto il territorio nazionale. “Ma sono altri, purtroppo, i canali commerciali attraverso cui gli utilizzatori di e-cig si riforniscono” segnala il presidente Massimiliano Mancini, “che impediscono di costruire un campione che fornisca dati reali. La colpa quindi non è certo dell’ISS, ma di una legge criminogena”.

“Quello che si è realizzato negli ultimi mesi” prosegue Mancini “è stato un crollo delle vendite ufficiali a favore del mercato illegale, soprattutto sul web – che raccoglie oggi l’80% del mercato -, gestito da aziende estere che operano con prezzi non concorrenziali perché i loro prodotti non applicano la tassazione prevista dalla legge italiana”.

Il riferimento del presidente di Anafe-Confindustria Mancini è in primo luogo all’imposta Di € 3,73 più IVA attualmente in vigore e contenuta nel Dlgs Tabacchi Dlgs. 188/2014, ma anche a quella del 58,5% del prezzo di vendita contenuta nel Decreto Legge 76/203 dichiarata illegittima non più di due settimane fa dalla Corte Costituzionale, e su cui è calato il silenzio, a cominciare da quello dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che purtroppo appare disinteressarsi da mesi – è un fatto – dell’illegalità diffusa e dei soldi persi da aziende che rispettano la legge e dallo Stato”.

“Questo susseguirsi disordinato e illogico di decisioni e imposizioni fiscali inique ha portato un mercato florido ad irrigidirsi e a crollare – nella parte legale – nel giro di meno di due anni, ma la domanda non è crollata, semplicemente si è rivolta altrove” denuncia Mancini. “Il Governo attuale e quello precedente che hanno cominciato questa assurda battaglia contro il mondo delle sigarette elettroniche non si sono preoccupati di arginare i danni che il mercato estero non sottoposto a tassazione avrebbe potuto portare al mercato e infatti oggi, ancora senza controlli nonostante la nuova legge sia in vigore ormai da sei mesi, le aziende che operano nel settore sono ancora in gravissima difficoltà e i dati ufficiali che escono dipingono un quadro che corrisponde solo in maniera parziale alla realtà”.

 

 

E-CIG, ANAFE E FIESEL: “VINTA UNA BATTAGLIA, ADESSO SI CAMBI LA LEGGE”

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Roma, 15 maggio 2015

“Proviamo grande soddisfazione e senso di giustizia per la decisione della Corte Costituzionale che – dando ragione a due anni di battaglie in difesa delle sigarette elettroniche – ha confermato che la tassazione sulle e-cig é spropositata e peggiorativa nel contenuto e addirittura rispetto al livello di tassazione del tabacco”.

Così Massimiliano Mancini, presidente di ANAFE-Confindustria, e Massimiliano Federici, presidente di FIESEL-Confesercenti, commentano la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima l’imposta di consumo 2014 sulle sigarette elettroniche, a seguito del ricorso delle aziende di ANAFE-Confindustria, assistite dallo Studio Francario & Partners e sostenuto anche dai commercianti di FIESEL.

“Speriamo – aggiungono Mancini e Federici – che questa sentenza ponga fine a quella che di fatto è stata una persecuzione perpetrata contro le e-cig, non interrotta nemmeno dalla legge attualmente vigente, che, nonostante rimanga al momento in vigore, ripropone alcuni degli stessi profili di incostituzionalità della precedente, come una nuova tassazione ancora più vessatoria a carico di aziende e negozi, e l’assurda equiparazione – attraverso un’improbabile e arbitraria equivalenza – ai prodotti del tabacco di vecchia (le sigarette) e nuova generazione (il cosiddetto “tabacco riscaldato”). Scelte che ancora una volta stanno causando danni alle aziende, perdita di posti di lavoro e un ulteriore buco nelle casse dello Stato. Speriamo di non dover ripetere ancora una volta ‘l’avevamo detto’”.

“Ci attendiamo – concludono Mancini e Federici – un confronto immediato con le Istituzioni perché si possa arrivare a stabilire regole ben fatte ed una tassazione bilanciata e sostenibile, a differenza della passata e dell’attuale che hanno consegnato il mercato italiano ad aziende e siti di e-commerce esteri”.

 

SIGARETTE ELETTRONICHE, ADM STABILISCE IL VALORE DELL’IMPOSTA CHE AUMENTA IL CARICO FISCALE DEL 150%. ANAFE-CONFINDUSTRIA: SCONCERTO E RAMMARICO

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Roma, 21 gennaio 2015

Alla luce della determina n. 394 dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli pubblicata ieri sera e che stabilisce l’importo definitivo dell’imposta di consumo sui liquidi per sigarette elettroniche a €3,37344 ogni 10ml, Anafe-Confindustria, l’Associazione Nazionale Fumo Elettronico dichiara il proprio profondo sconcerto e rammarico per una decisione che, come paventato da mesi, distruggerà del tutto la competitività di un settore ormai considerato un’eccellenza italiana in tutto il mondo.

“Il provvedimento” afferma Massimiliano Mancini, presidente di Anafe-Confindustria “è stato emanato sulla base di discrezionali interpretazioni di norme tecniche ed è fondato su discutibili protocolli – privi di basi scientifiche – di calcolo del consumo medio delle sigarette tradizionali e dei liquidi da inalazione. Protocolli che da mesi segnaliamo come inapplicabili visto che mettono a confronto due prodotti di fatto del tutto diversi: le sigarette tradizionali, che si fumano, e le sigarette elettroniche”.

“Sono ormai quasi due anni che il settore delle sigarette elettroniche e sotto attacco, attacco che sembra senza soluzione di continuità da parte di alcuni apparati dello Stato. Ciò nonostante la disponibilità ad un dialogo serio da parte degli operatori del settore e l’immediata adesione degli stessi alla nuova normativa fiscale, peraltro resa nota a Capodanno una prima volta e di nuovo ieri sera alle 19, a 5 ore dall’entrata in vigore!” continua Mancini. “Una totale mancanza di rispetto nei confronti di aziende che danno lavoro e pagano le tasse. Anche se iniziamo a pensare che i veri fini di certe azioni siano altri, e cioè la distruzione del settore”. Settore che – ribadisce l’associazione – avrebbe potuto essere fonte di considerevoli entrate per lo Stato che, secondo i calcoli di Anafe-Confindustria, sarebbero potuti arrivare, con la tassazione flat proposta, a circa 120 mln di Euro ogni anno.

“La norma emanata da ADM denota purtroppo assoluta indifferenza nei confronti della realtà industriale del settore e anche delle indicazioni del Parlamento di ridurre il carico fiscale – aumentato invece fino al 150% – e di porre un freno al contenzioso, che invece esploderà, continuando in questo modo a fare danni nei confronti delle aziende e delle casse dello Stato. Non possiamo che appellarci al presidente del Consiglio Renzi, al Ministro dell’Economia Padoan e al Parlamento, cui chiediamo perché consentano questa persecuzione”, conclude Mancini.

 

 

ANAFE-CONFINDUSTRIA SU OMS: ITALIA ALL’AVANGUARDIA PER DIVIETO VENDITA E-CIG AI MINORI

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Roma, 26 agosto 2014

Anafe-Confindustria, Associazione Nazionale Fumo Elettronico, interviene nel dibattito aperto oggi dalla nota dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul divieto di vendita di sigarette elettroniche ai minorenni e sull’utilizzo negli spazi pubblici chiusi.

“L’Italia, anche grazie alla lungimiranza del provvedimento del 2013 del ministro Lorenzin che ha disposto il divieto di vendita ai minori, si trova in una posizione di avanguardia rispetto a molti altri paesi, segno di una estrema e doverosa attenzione – dichiara il presidente di Anafe-Confindustria Massimiliano Mancini – nei confronti delle fasce più giovani della popolazione”.

In Italia il tema sigaretta elettronica è da tempo molto dibattuto, c’è ancora in sospeso la questione della tassazione, sospesa dal Tar in attesa della Corte Costituzionale, ma, afferma il presidente Mancini “dal punto di vista delle regole, l’Italia è un esempio a livello mondiale, avendo anche approvato norme che definiscono in maniera chiara, decisa – e a nostro avviso giusta – la pubblicità delle e-cig, con limitazioni a fasce orarie e a specifici mezzi di comunicazione, proprio a difesa dei minori”.

“D’altra parte” prosegue Mancini “per quanto riguarda i divieti nei luoghi pubblici auspicati dall’OMS, l’attuale normativa, che prevede già divieti di utilizzo ad esempio nelle scuole e negli ospedali, corredata da codici condivisi di autoregolamentazione che si stanno man mano diffondendo, sta funzionando nel nostro Paese senza criticità ed è anzi la più avanzata in Europa” conclude Mancini.

Anafe-Confindustria ricorda infine che, recentemente, 53 scienziati da tutto il mondo, tra i quali gli italiani Umberto Veronesi, Umberto Tirelli e Riccardo Polosa, hanno scritto proprio ai vertici dell’OMS dichiarando che le sigarette elettroniche possono essere di grande utilità per liberarsi dalle sostanze cancerogene derivanti dalla combustione di carta e tabacco delle sigarette tradizionali e assenti nelle sigarette elettroniche: ”milioni di fumatori stanno scoprendo qualcosa che funziona e che può dare loro vantaggi immediati in termini di benessere e autostima, – si legge – oltre che un significativo miglioramento a lungo termine della salute e delle aspettative di vita”.

 

 

E-CIG, ANAFE-CONFINDUSTRIA AL SOTTOSEGRETARIO LEGNINI: “CON LE NUOVE NORME IL CONTENZIOSO ESPLODERA’”

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Roma, 1 agosto 2014

A seguito dell’approvazione di ieri da parte del Consiglio dei Ministri del D.lgs tabacchi ed in riferimento alle dichiarazioni odierne del Sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini secondo cui la nuova normativa andrebbe ad eliminare il contenzioso con le aziende produttrici di sigarette elettroniche, Anafe-Confindustria, protagonista del ricorso che ha portato alla sospensione da parte del Tar del Lazio della norma a cui il Sottosegretario si riferisce, risponde con alcuni chiarimenti per spiegare che al contrario, con ogni probabilità, “il contenzioso potrebbe esplodere”.

Massimiliano Mancini, presidente dell’associazione che riunisce i produttori di liquidi per ricariche di e-cig, dichiara: “Il contenzioso grazie a cui l’imposta del 58,5% del prezzo di vendita è stata sospesa, resterà in piedi per almeno tre ragioni fondamentali che invitiamo il Sottosegretario a considerare”.

In primo luogo tra le motivazioni del Tar del Lazio c’è un chiaro riferimento alla direttiva europea 2014/40/UE che, seppure ad oggi e prima del recepimento non produce effetti nell’ordinamento giuridico italiano, definisce la sigaretta elettronica riferendosi solo ai prodotti contenenti nicotina. “Nel nuovo decreto proposto, almeno nella bozza, questa distinzione non appare. Si tasseranno quindi liquidi a base di aromi alimentari e privi di nicotina?” domanda il presidente Mancini.

Il secondo punto che, ad una prima analisi del D.lgs, Anafe-Confindustria solleva, riguarda il fatto che il testo punta ad una correlazione tra prodotti da inalazione e sigarette tradizionali, come confermato dal fatto che per stabilire l’imposta di consumo si utilizzano “condizioni di aspirazioni conformi a quelle utilizzate per l’analisi dei contenuti delle sigarette”. L’insistenza da parte del legislatore nel voler trovare una correlazione tra questi due prodotti porterà ad un probabile ulteriore intervento da parte del giudice amministrativo, “non abbiamo dubbi su questo perché noi stessi lo chiederemo” afferma Mancini. “Non ci stancheremo mai di ripetere che un metodo che prevede un’equivalenza tra i liquidi per le sigarette elettroniche e il tabacco e che si fonda sul numero di tiri è del tutto arbitrario, poiché si mettono sullo stesso piano due prodotti che, anche nelle modalità di consumo, sono tra loro totalmente differenti”. Da un punto di vista normativo, inoltre, pur riconoscendo la possibilità per il legislatore di imporre una tassazione sui prodotti del fumo elettronico, il Tar ha ritenuto che l’imposta dovesse essere conforme all’art. 53 della Costituzione sia in merito alla capacità contributiva, sia per quanto riguarda lo stabilire un’equivalenza tra liquidi per sigarette elettroniche e sigarette con combustione di tabacco. E su tutti questi temi, come anche sui Decreti Ministeriali emanati a seguito del DL lavoro Iva del 2013 che ha imposto un’equiparazione alle sigarette tradizionali, è atteso il giudizio della Corte Costituzionale.

Il presidente Mancini ricorda inoltre le numerose proposte, anche attraverso emendamenti rintracciabili nei resoconti parlamentari, fatte da Anafe-Confindustria per operare nel mercato italiano attraverso una regolamentazione chiara e che prevedesse un’imposta purché equilibrata e non vessatoria. Un’imposta evidentemente diversa da quella inserita nella bozza di D.lgs che parla di uno sconto del 40% sul tabacco, ma in cui si dimentica di dire che i criteri verranno fissati successivamente in base a standard ad oggi inesistenti e che porterebbero ad un aumento degli attuali prezzi al pubblico del 480%.“E’ inaccettabile che funzionari pubblici ci definiscano ‘furbetti che non vogliono pagare le tasse’, visto che da oltre un anno non chiediamo altro che avere una tassazione sensata, anche perché per pagare le tasse è necessario vivere” conclude Mancini, “ma ci appare chiaro che il disegno di alcuni è di esattamente impedire che ciò accada”.

Infine, Anafe-Confindustria ricorda che per contrastare alcuni interventi contro le sigarette elettroniche, 53 scienziati da tutto il mondo, tra i quali gli italiani Umberto Veronesi, Umberto Tirelli e Riccardo Polosa, hanno scritto ai vertici dell’Organizzazione mondiale della sanità dichiarando che “le sigarette elettroniche, che hanno la stessa gestualità delle sigarette convenzionali, possono avere successo nel liberarsi dalle sostanze cancerogene delle sigarette convenzionali che derivano dalla combustione di tabacco e carta, assenti nelle sigarette elettroniche” e concludendo che “Milioni di fumatori stanno scoprendo qualcosa che funziona e che può dare loro vantaggi immediati in termini di benessere e autostima, oltre che un significativo miglioramento a lungo termine della salute e delle aspettative di vita”.

 

 

E-CIG, ANAFE-CONFINDUSTRIA: “DLGS TABACCHI, BENE TEMPI CELERI MA TASSAZIONE SOSTENIBILE”

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Roma, 17 luglio 2014

In riferimento alla probabile prossima emanazione del dlgs sul riordino della tassazione sui tabacchi e le sigarette elettroniche, Anafe Confindustria, l’associazione delle imprese del settore del fumo elettronico, accoglie con soddisfazione l’accelerazione annunciata oggi da Governo e Parlamento sul tema. Un’accelerazione peraltro richiesta ufficialmente nei giorni scorsi al Governo sia direttamente che per iscritto anche da parte di Anafe Confindustria.

“Le aziende hanno bisogno di certezza normativa per poter operare al meglio e pianificare gli investimenti, e di conseguenza ulteriori rinvii sarebbero per il nostro settore solo un danno, dopo quelli già subiti negli ultimi 365 giorni a seguito degli attacchi indiscriminati, vessatori e ingiustificati”, afferma il presidente di Anafe Massimiliano Mancini.

“Abbiamo sottoposto da tempo a Governo e Parlamento proposte mirate innanzitutto a risolvere il contenzioso che dall’1 gennaio blocca un intero settore a causa di norme sospese da TAR e Consiglio di Stato, e all’attenzione della Corte Costituzionale” aggiunge Mancini. “Il problema però non viene solo da tempistiche e vecchie norme, ma da un nuovo testo, anticipato dalla stampa e non smentito, che cerca di imporre un sistema di equivalenza coi prodotti del tabacco – caso unico al mondo e privo di basi scientifiche – con un impatto di tassazione notevolmente più pesante di quello attuale. Invece di porre fine al contenzioso in corso, si rischierebbe di farlo esplodere”.

“La domanda che poniamo è: si vuole regolamentare un settore e imporre una tassazione sostenibile, oppure semplicemente lo si vuole chiudere? La questione è facilmente risolvibile, e basterebbe seguire le indicazioni più volte arrivate dallo stesso Parlamento e immediatamente applicabili”, conclude Mancini.

 

 

NUOVA TASSA E-CIG, AUMENTI SINO AL 480%. ANAFE-CONFINDUSTRIA: “L’OBIETTIVO E’ LA DISTRUZIONE DEL SETTORE”

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Roma, 9 luglio 2014

Da 6 a 35 euro: questa sarebbe la conseguenza sul prezzo di vendita di un flacone di ricarica per sigarette elettroniche della nuova tassa sulle e-cig proposta nella bozza di decreto legislativo che punta a riordinare la tassazione sui tabacchi e le sigarette elettroniche.

Lo denuncia Anafe-Confindustria, associazione nazionale produttori fumo elettronico, sgomenta di fronte all’ennesimo tentativo di distruggere il settore della sigaretta elettronica, senza che si sia mai aperto un serio e reale confronto tra le istituzioni e gli operatori come invece previsto dal Tavolo aperto lo scorso febbraio.

A seguito di una prima analisi della bozza del D.lgs su accise e imposte di consumo applicate ai tabacchi e alle sigarette elettroniche, Anafe-Confindustria rileva che, nonostante l’ordinanza del Tar Lazio confermata dal Consiglio di Stato che ha sospeso l’imposta di consumo pari al 58,5% del prezzo di vendita, rinviando gli atti alla Corte Costituzionale, il Governo sembra voler andare avanti sulla strada di una imposizione fiscale che non consideri le peculiarità del settore. “In primo luogo” spiega il presidente di Anafe-Confindustria Massimiliano Mancini “le sigarette elettroniche continuano ad essere ciecamente assimilate al tabacco. Questa volta cercando di trovare un’equivalenza impossibile da stabilire tra una svapata e un tiro di sigaretta”. Una metodologia così congegnata “dà la sensazione che per il Governo l’unica preoccupazione sia tassare per provocare la sparizione del prodotto, e ciò anche senza alcun riguardo per il diritto alla salute e persino per le casse dello Stato che, sino ad ora, ci hanno solo rimesso. Il tutto ricordando sempre che l’Italia è l’unico paese occidentale a tassare la sigaretta elettronica”.

Grazie a questa metodologia di valutazione che, come si evince dalla bozza, vedrebbe un flacone da 10 ml di liquido corrispondere a 15 pacchetti di sigarette tradizionali (con un’imposta di consumo di circa 24 euro per ogni flacone), gli impatti economici e sull’occupazione derivanti da questo nuovo regime di tassazione sarebbero ancora peggiori : se con un’imposta di consumo al 58,5% il prezzo di un flacone da 10 ml sarebbe passato da un prezzo medio al pubblico di 6 euro a circa 21, adesso si arriverebbe addirittura a 35 euro (+480%).

“A questo punto ci chiediamo quale sia il senso di una nuova imposizione fiscale che ignora e anzi peggiora le ragioni per le quali la precedente è stata sospesa e considerata illegittima e che oltretutto si basa su modelli privi di alcuna base scientifica. Una scelta che avrà come unica conseguenza un contenzioso senza fine invece di porre fine ad ogni contenzioso, come invece indicato dal sottosegretario Legnini in una recente dichiarazione pubblica”.

 

E-CIG, CONFINDUSTRIA E CONFESERCENTI: “GOVERNO RIAPRA TAVOLO”

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Roma, 23 aprile 2014

“Un’interrogazione, quella presentata dal senatore Sangalli, che racconta in modo chiaro quello che si potrebbe definire un chiaro tentativo di distruggere un settore mettendo peraltro a rischio le entrate dello Stato. Una scelta che ci auguriamo sia ormai il passato”. Così commenta Massimiliano Mancini, presidente di Anafe-Confindustria, l’associazione nazionale che riunisce i produttori di liquidi per sigarette elettroniche, l’interrogazione rivolta al Ministro dell’Economia e delle Finanze a firma del Senatore del PD Gian Carlo Sangalli, Vice Presidente della Commissione Bilancio del Senato, sulla questione della tassazione al 58,5% del prezzo di vendita delle sigarette elettroniche e dei prodotti ad essa correlati recentemente bloccata dal TAR, che ha anche rinviato la norma – definita “irragionevole” – alla Corte Costituzionale. “A questo punto – prosegue Mancini – in attesa della pronuncia della Corte, speriamo venga avviata la consultazione con le associazioni del settore, disponibili ad un confronto che possa da una parte permettere alle imprese di crescere ed allo Stato di incassare le necessarie entrate. Ma una tassazione dovrebbe essere sempre preceduta da una regolamentazione, e per regolamentare un settore bisogna conoscerlo, e le mancate entrate dello Stato sono dovute proprio alla mancata analisi del mercato”.

Anche Massimiliano Federici, presidente di FIESEL-Confesercenti, non può che condividere quanto scritto nell’interrogazione del Senatore Sangalli: “Tutte le associazioni e gli operatori del settore dei vaporizzatori elettronici si augurano che questa che questa del Senatore Sangalli ed altre iniziative volte a dimostrare la non equità della tassazione al 58,5% vengano ascoltate e affrontate dal Governo in carica e dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan per arrivare ad un risultato positivo per tutti”.

“Avevamo già avviato un Tavolo col Governo precedente, con un incontro il 12 febbraio scorso. In quella sede l’esecutivo aveva compreso l’impossibilità di applicare un’imposta di consumo così elevata” dichiarano i Presidenti delle due associazioni che ringraziano il Senatore Sangalli per “aver fatto presente che al momento il settore vive una fase di incertezza. Ci auguriamo che il Sottosegretario Legnini – che ha appena ricevuto le deleghe delle questioni inerenti all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – riprenda il lavoro avviato dal precedente Governo, affinché si possa permettere ad un intero settore di continuare a svilupparsi in Italia ed all’estero”.